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Borromeo intervista il giudice:"Il Papa nel mirino della 'ndrangheta"

Secondo il procuratore aggiunto di Reggio Calabria il Pontefice alle prese con la pulizia totale della Chiesa minerebbe gli interessi economici della criminalità organizzata

Nicoletta Orlandi Posti
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Papa Francesco nel mirino della 'ndrangheta. Ne è convinto Nicola Gratteri che di queste cose ne sa parecchio visto che è procuratore aggiunto di Reggio Calabria, vive sotto scorta dal 1898 e fa parte della task force voluta da Letta per elaborare proposte per la lotta alla criminalità. "Non so se la criminalizzata organizzata sia nella condizione di fare qualcosa", dice il magistrato a Beatrice Borromeo che lo intervista per il Fatto Quotidiano, "ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso". Il motivo perchè il Pontefice sarebbe inviso ai boss andrebbe ricercato secondo Gratteri nella sua intenzione di fare pulizia totale, che vuol dire smontare centri di potere economico in Vaticano: "Se i boss potessero fargli uno sgambetto non esisterebbo", sostiene il procuratore. "I padrini con la coppola non esistono più. Ma il mafioso che investe, che ricicla denaro, che dunque ha potere vero, è proprio quello che per anni si è nutrito delle connivenze con la Chiesa. Sono questi i soggetti che si stanno innervosendo".

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