Matteo Salvini, Luigi Bisignani azzera la sua linea difensiva su Savoini: "Da barzelletta, ha sbagliato tutto"
Il giornalista Luigi Bisignani è intervenuto ai microfoni della trasmissione L'Italia s'è desta su Radio Cusano Campus, emittente dell'Università Niccolò Cusano, sul caso Savoini. "Di questa vicenda mi preoccupa molto più un altro aspetto rispetto all'inchiesta - ha affermato Bisignani -. Il problema vero è la tenuta di nervi di Salvini che si è sciolta come neve al sole. Pensavamo di avere un leader forte e carismatico che invece ha dimostrato di essere molto debole e fragile. Come ha reagito a queste prime notizie è da ragazzo viziato, non avrebbe mai dovuto rinnegare l'amicizia con Savoini, ricorda quello che ha fatto Craxi con Chiesa. Avrebbe dovuto semplicemente dire: Savoini è un mio collaboratore, da anni tiene rapporti con la Russia alla luce del sole, è finito in un aperitivo di cui non sapevo nulla e di cui chiederò conto". Leggi anche: Il badge di Savoini scagiona il Viminale? Svolta clamorosa: perché (e per chi) era a Mosca "Una trattativa economica di quell'entità non si fa certo al bar di un albergo tra un colloquio e l'altro", sottolinea Bisignani. "L'altra cosa grave è l'atteggiamento di Conte e Di Maio che hanno scaricato immediatamente Salvini, dimostrando che questo è un governo di dilettanti allo sbaraglio che prima va a casa e meglio è. Se Salvini scioglie questa compagnia di giro e va al voto, avrà la maggioranza degli italiani. Se va avanti così con questo stillicidio, a quel punto Salvini non mangia il panettone. L'indagine giudiziaria avrà tempi lunghi, sono infinite, tra 2-3 anni probabilmente si saprà che quelli erano 4 amici al bar, ma intanto se Salvini non prende il toro per le corna finisce male. Salvini dovrebbe andare in Parlamento a testa alta a difendersi e dire che lui di quella riunione non sapeva nulla, ma se continua con queste battute su matrioske e l'orsetto per la bimba non va da nessuna parte. Lui doveva disconoscere il fatto di quell'incontro, stop, tutto il resto è scritto nelle carte. Dire che non sa perché Savoini era lì è una barzelletta. Mi meraviglio e, guardando Salvini con simpatia, mi dispiace molto. Abbiamo un ministro degli Esteri inesistente, un premier che gira come un birillo, ma soprattutto non abbiamo una linea di politica estera. La prima e la seconda Repubblica avevano una linea chiara: eravamo atlantici ma avevamo buone relazioni con tutti. Oggi invece la politica estera è considerata turismo diplomatico".