Royal Baby, cosa si rischia a pubblicare sui social le foto dei minori
A circa una settimana dalla nascita di Baby Sussex, il primogenito di Harry del Galles e di Meghan Markle, venuto alla luce il 6 maggio, la popolare rivista economica Forbes ha fatto una stima di quanto il Regno Unito ne guadagnerà, e non solo in popolarità. Secondo il magazine, infatti, l'ultimo arrivato in casa Windsor frutterà introiti per almeno un miliardo di sterline grazie, soprattutto, alla vendita del merchandising reale legato al piccolo. La t-shirt a lui dedicata, prezzo 20 sterline, e la scatola regalo smaltata del valore di 395, sono andate esaurite in poche ore e c'è chi è pronto a scommettere che altri gadget con l'effige del fortunato bebè spariranno dagli scaffali dei negozi inglesi in tempi record. Altri incassi arriveranno dal turismo, soprattutto americano, in visita nella capitale per rendere omaggio ai Reali e naturalmente alla Baby star, Archie Harrison Mountbatten-Windsor. Le prime immagini del piccolo non si sono fatte attendere: la coppia ha infatti mostrato il bimbo poche ore dopo il parto, fra le braccia di un emozionatissimo papà Harry, che non ha nascosto la propria felicità davanti a fotografi e a cronisti. Un piccolo strappo è stato concesso al rigido protocollo reale, con buona pace della Regina Elisabetta: per la prima volta le porte di Palazzo sono state aperte anche a una tv americana, la CBS, accreditata all'evento. Ma se per i Reali o anche per i più "avvicinabili" vip nostrani aggiornare i followers sul'andamento della propria vita privata, fornendo dettagli e immortalando se stessi e la propria famiglia in qualsiasi contesto, nascite comprese, è un modo per mantenere vivo l'interesse e continuare a "monetizzare" la propria immagine, per i "comuni mortali" postare sui social le foto, soprattutto dei figli minori, potrebbe rivelarsi un boomerang. E potrebbero fioccare anche le sanzioni pecuniarie. “L'inserimento di foto di figli minori sui social networks deve considerarsi potenzialmente pericoloso. Il web consente infatti la diffusione di immagini e dati personali a una rapidità tale da rendere difficoltosa, se non impossibile, una qualsiasi forma di controllo sui flussi di informazioni”, spiega l'avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente e fondatore dell'associazione Familylegal, specializzata in diritto di famiglia. “Sempre più genitori considerano i figli come 'oggetti' di loro proprietà: questa attitudine è confermata dalla pubblicazione, sempre più massiccia, di immagini che ritraggono i figli già nella vita prenatale (ad esempio delle ecografie in gravidanza) e nei primi mesi di vita, e da una relativa diffusione di informazioni e immagini che dovrebbero appartenere all'intimità familiare – specifica l'avvocato – Al contrario, la Costituzione e le Carte Sovranazionali tendono, invece, sempre di più a promuovere una rivalutazione in chiave individualistica del minore: non più uno strumento nelle mani dei genitori ma un individuo potenzialmente in grado di compiere le proprie scelte”. Il recente intervento del legislatore europeo (risalente al maggio 2018), ha restituito un rinnovato interesse alla problematica del trattamento dei dati personali relativi a soggetti minorenni. L'art. 8 del Regolamento ha previsto, infatti, che i minori, in questo specifico ambito, possano validamente prestare il loro consenso al trattamento dei dati personali solo a partire dai 16 anni. Per i minori di età inferiore, invece, il consenso è valido solo se prestato o autorizzato dai genitori o comunque dal titolare della responsabilità genitoriale. Si tratta di un limite che può scendere fino alla soglia dei 13 anni qualora gli Stati membri decidano di derogarvi con una specifica disposizione di legge. Il legislatore europeo ha così previsto una sorta di maggiore età digitale qualora il consenso al trattamento dei dati, e quindi anche alla pubblicazione di foto, sia espresso da un 'grande minore' di 16 anni. Cosa significa tradotto nella vita di tutti i giorni? Secondo Puglisi, “il rischio nel nostro Paese è che i Giudici possano comminare ai sensi dell'art. 614 bis del codice di procedura civile sempre più multe per ogni singola violazione messa in atto da un genitore. Pubblichi una foto senza il consenso del figlio minore o dell'altro genitore? Puoi incorrere automaticamente in una sanzione di 500 euro”. Prima, tuttavia, dovrà essere fatta un'apposita istanza in Tribunale e il Giudice dovrà valutare l'opportunità di prevedere questo automatismo.