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Caso Bonev, l'ordine dei giornalisti grazia Santoro: "Non ci sono elementi"

L'ordine dei giornalisti non procede contro il teletribuno: le accuse infamanti della bulgara contro il Cav non devono essere punite

Francesca Canelli
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Da ospitalità alle calunnie della Bonev, ma viene graziato. L'Ordine dei Giornalisti del Lazio "assolve" Michele Santoro, dopo una segnalazione promossa proprio dal segretario dell'Ordine nazionale, Paolo Pirovano deontologia professionale mantenuta dal "teletribuno" durante la calda puntata di Servizio Pubblico con ospite in studio l'attrice bulgara. Pirovano aveva richiamato l'attenzione dell'Ordine dei Giornalisti proprio sull'intervista a Michelle Bonev andata in onda su Servizio Pubblico il 17 ottobre scorso, che scatenò l'ira del pubblico e una pioggia di tweet contro il "disservizio" della trasmissione.  Ma oggi l'Odg del Lazio "grazia" Santoro: "Non si ravvisano gli elementi per un rinvio del caso al Consiglio territoriale di disciplina".  Le motivazioni - "Dopo aver visionato la puntata in questione ed un'ampia rassegna stampa di articoli sulla stessa materia pubblicati in data precedente alla trasmissione di Santoro - si legge sul sito dell'Ordine dei giornalisti del Lazio - non sono stati ravvisati gli elementi per un rinvio del caso". Eppure l'opinione di Pirovano era opposta: "Guardando la puntata di Servizio pubblico - aveva detto criticando l'intervista - ho capito che per Santoro esistono donne di Serie A e donne di Serie B. Probabilmente secondo lui e secondo coloro i quali amano spiare dal buco della serratura i diritti da tutelare per quanto riguarda i dati sensibili valgono solo per le sue amiche. Ricordo a Santoro che fin quando esiste l'Ordine, le regole vanno rispettate e sono uguali per tutti". Di qui la richiesta agli uffici competenti di inviare un'informativa all'Ordine regionale, poi archiviata. 

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