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Fornero: "Pensioni, non rifarei quella riforma"

Elsa Fornero

Dopo aver bastonato gli italiani, dopo lo scippo delle pensioni, rinnega il suo mostro: "Ma non è solo colpa mia"

Nicoletta Orlandi Posti
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Una delle leggi più contestate del governo Monti, con i suoi nefasti effetti su pensionati, lavoratori, precari è quella firmata dal ministro del Welfare Elsa Fornero. A più di un anno dall'entrata in vigore da quella legge (la numero 92 del 28 giugno 2012) la "professoressa" è stata interpellata dal Tgcom24 e candidamente ammette che “Col senno di poi -  e se mi trovassi a lavorare soltanto con un gruppo di esperti - cambierei la riforma, rendendo meno complessa la regolamentazione". Ovviamente l'ex ministro non ci sta a prendersi tutta la colpa: "Ricordo, però, che quella legge fu fatta con la firma di tutte le forze sociali (salvo la Cgil) e poi fu approvata dal Parlamento e che si tende sempre a dimenticare che le riforme, in democrazia, sono il prodotto non di un singolo ministro, ma di tanti". E all'ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi  che vorrebbe l'immediata cancellazione della legge Fornero e la riapplicazione della legge Biagi "che funzionava benissimo", la professoressa risponde: "Se considerasse, certo con minore provincialismo, i giudizi che vengono dalle istituzioni internazionali, che considerano la riforma "un buon passo nella giusta direzione" forse si esprimerebbe in modo diverso, se non altro più cauto. La riforma Biagi aveva ottime intenzioni, come d'altronde la nostra, ma l'applicazione che ne è stata fatta era agli antipodi rispetto a quanto il professor Biagi aveva in mente: l'applicazione produceva bassa produttività e diffusa illegalità. Lo spirito era condivisibile, meno la messa in pratica”.

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