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Cicchitto contro i falchi: "Dannosi per il centrodestra. Silvio come Grillo: leader fuori dalle istituzioni"

Fabrizio Cicchitto

Roberto Procaccini
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I falchi del Pdl come la piaga biblica delle cavallette. Alessandro Sallusti come il capo della polizia politica stalinista. Il Cavaliere che potrebbe assumere il ruolo di leader carismatico (e soprattutto: fuori dalle istituzioni) della futura Forza Italia. E un governo, infine, che conviene mantenere al suo posto. Fabrizio Cicchitto, ex pasdaran berlusconiano trasformatosi in infrangibile colomba, tuona sulle vicende interne del suo partito.  Contro i falchi - Dalle pagine del Fatto cannoneggia a palle incatenate contro i falchi, quelli che stanno portando "Forza Italia ni una deriva nordcorearna". Su tutti, si scaglia contro la coppia (nella vita, come nelle posizioni politiche) composta dal direttore de Il Giornale (una sorta di Berjia, a suo dire) e la pitonessa Daniela Santanché. "Sono sempre incazzati - dice - demonizzano tutti, attaccano Napolitano, estremizzano ogni cosa. Hanno fatto - sintetizza - danni rilevanti al centrodestra". E poi mette le mani avanti: "In questi anni ho sempre detto a Berlusconi tutto quello che pensavo - sostiene -, in positivo e in negativo. Adesso non mi ritroverei in una Forza Italia che espelle tutta la sua classe dirigente per sostituirla con un personale preso dalla strada". Il rilancio - Insomma, Cicchitto non vuole essere bollato come "traditore". Si rivolge a Silvio per fargli capire come e perché i falchi lo starebbero portando "su una linea del tutto sbagliata, in alcuni casi frutto di estremismo, in altri di cinismo". Allora dalle pagine del Corriere della Sera (questa volta) spiega perché al Cavaliere non conviene far saltare il banco delle larghe intese. Innanzitutto per non assumersi "la responsabilità di una crisi di sistema - sono le sue parole - di cui non siamo i principali colpevoli". Poi perché un ritorno in tempi rapidi alle urne "regalerebbe al Pd la vittoria su un piatto d'argento: il centrodestra - argomenta - le affronterebbe azzoppato, senza un candidato forte, con Berlusconi impedito". E poi, è l'argomento forte di Cicchitto, Silvio non deve temere decadenza e interdizione: può sempre fare "come Grillo". Il Cav "può fare il leader anche fuori dal Parlamento", occupandosi "di elaborazione politica" e "nel contempo" facendo "crescere un leader nuovo nel centrodestra".

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