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Stato vegetativo: cattolici contro la D'Eusanio

Alda D'Eusanio

Polemiche sulle parole della giornalista contro l'accanimento terapeutico: "Quando Dio chiama, l'uomo deve andare"

Nicoletta Orlandi Posti
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«Rivolgo un appello pubblico a mia madre, se dovesse accadermi quel che è accaduto a Max, non fare come sua mamma! Quella non è vita. Tornare in vita senza poter più essere libero, indipendente e soffrire, e avere quello sguardo vuoto… mi dispiace, no!». E ancora: «Quando Dio chiama, l'uomo deve andare!». Così Alda D'Eusanio, recentemente finita in coma, ha commentato a La vita in diretta su Raiuno, la vicenda di Max Tresoldi, l'uomo che nel 2001 si è risvegliato dopo dieci anni di stato vegetativo e che ha rivelato di esserci sempre stato («Sentivo e vedevo tutto, ma non sapevo come dirvelo»). L'episodio, segnalato da Avvenire, è avvenuto lunedì scorso. Dopo un servizio sulla riabilitazione di Max e un collegamento dalla sua casa a Carugate (Milano), si è tornati in studio e la D'Eusanio ha espresso il suo commento, scatenando non poche polemiche. Tanto che pubblico e conduttori hanno subito preso le distanze dalle sue parole. E la mamma di Max, Ezia, ha sbottato: «Voglio dire a quella signora che io non ho riportato in vita mio figlio, mio figlio è sempre stato in vita. E la sua vita è bella così com'è». Dopo la diretta gli autori della trasmissione hanno chiamato casa Tresoldi per chiedere scusa, ma mamma Ezia pretende quelle ufficiali di Giancarlo Leone: «Esigo le scuse del direttore di Rai1, non per me ma per mio figlio. Cos'è diventata la Rai? Chi invita come esperti? A che titolo quella donna dice a mio figlio che la sua vita è indegna?».

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