Imane Fadil, parla l'avvocato Paolo Sevesi: "Morte misteriosa. Cosa non torna in questa storia"
"L'11 gennaio, tre giorni prima dell' ultima udienza del processo Ruby ter, per la prima volta da quando la conoscevo mi disse che non stava bene". Paolo Sevesi, l'avvocato che ha assistito Imane Fadil nel processo in cui era testimone sull'accusa di corruzione di testimoni a carico di Silvio Berlusconi, spiega in una intervista a Il Corriere della Sera, che quando la incontrò il 14 gennaio per l'udienza, "ha sempre detto che temeva di essere intercettata, spiata. Percepiva una qualche negatività nei suoi confronti. Era diventata sospettosa perché era devastata dalla vicenda Ruby, che era una ossessione, e a causa delle esperienze passate". Ergo "i tentativi di corruzione che ha subito". Che, sostiene ancora Sevesi, arrivavano "indirettamente da Berlusconi. Aveva ricevuto anni prima pressioni perché modificasse la sua posizione processuale". Racconta, senza confermare che si trattasse di Maria Rosaria Rossi e di una offerta 250 mila euro per ritirare la costituzione di parte civile: "Confermo solo che c'è stata una copiosa offerta da uno degli imputati. Sarebbe stata salvifica per Imane in quel momento perché era stata sfrattata dalla casa di Chiaravalle. Soffriva per le difficoltà economiche che riconduceva agli effetti della vicenda Ruby. Nessuno le dava lavoro come hostess perché la riconoscevano, diceva. Io la spronavo ad accettare". Leggi anche: Emilio Fede, video sconvolgente: viso gonfio, occhi stralunati. Inquietante: che parole escono di bocca Ma Imane rifiuta la proposta: "Sosteneva che la cifra era inadeguata al danno subito, ma la mia impressione era che cercasse un pretesto per rifiutare. Quando il tribunale la escluse come parte civile, si arrabbiò moltissimo". Poi il 29 gennaio il ricovero: "Me lo disse lei dopo qualche giorno che la cercavo continuamente. Il 4 febbraio andai a trovarla. Stava già male, era in terapia intensiva", "era intubata, sanguinava molto dal naso. Non poteva parlare. Si toccava la pancia per farmi capire che aveva male lì. Io provai a parlare con i medici, ma non essendo un familiare non mi dissero nulla". A un certo punto "i medici le fecero i prelievi dicendole che dovevano verificare se fosse stata avvelenata, lei disse che quello era il riscontro a un suo sospetto. Le chiesi perché non me ne avesse mai parlato prima, mi rispose: volevo che fossero i medici a dirtelo. Ma non credo che avesse mai davvero avuto quel sospetto". Di sicuro il suo decesso è un mistero: "È una morte inspiegabile. È tragica, perché riguarda una donna giovane, ed è misteriosa per rapidità e perché dopo un mese di ricovero e venti giorni di indagini non sappiamo ancora di cosa sia morta. Astrattamente è una morte compatibile con pochissime malattie, che sono state escluse dai medici, e con alcune sindromi da avvelenamento". Ora la Procura indaga per omicidio volontario: "Si tratta di un atto dovuto di fronte a una malattia così rapida e devastante, senza spiegazioni, e al grido di allarme lanciato da Imane".