Cancellieri, la proposta di Bechis. Dia il suo cellulare a tutti: tunisini, etiopi...
Così ogni parente di un detenuto (non solo quelli italiani) la chiamerà, dandole l'occasione di non riunciare alla sua umanità
Tratto dal blog di Franco Bechis, vicedirettore di Libero. Proviamo a immaginare che il caso Anna Maria Cancellieri- Giulia Ligresti non abbia nulla a che vedere con questioni di giustizia. E sgombriamo pure il campo dalle vicende del figlio della Cancellieri, Piergiorgio Peluso, che quando è passato dai Ligresti era già manager ricco e famoso: nel 2005 aveva un 740 da 642.289 euro grazie a cui era al 4727° posto fra i più ricchi di Italia, superando di poche migliaia di euro perfino personaggi famosi dello spettacolo come Fabio Fazio, Antonio Ricci e Neri Marcorè. Proviamo a raccontare quel caso in un altro modo. Immaginiamo che riguardasse il signor Giulio Rossi, piccolo imprenditore, creditore del ministero dell'Economia di 5 milioni di euro da lunghi anni. Immaginiamo che senza quei soldi l'azienda del signor Rossi stesse per fallire, e che lui meditasse il suicidio, come è tragicamente accaduto in casi analoghi. Mamma Rossi però si ricorda di essere stata fin da ragazzina grande amica del ministro dell'Economia in carica. Gli telefona, spiega la drammatica situazione del figlio e i timori di un insano gesto. Il ministro la rassicura e poi chiama il dirigente del ministero che paga i crediti, spiegando il caso. Qualche giorno dopo al signor Rossi vengono liquidati i 5 milioni, la sua azienda non fallisce e ogni insano proposito di farla finita rientra. Erano dovuti quei 5 milioni di euro? Certo. Solo in Italia lo Stato fa appalti e dà commesse che poi si dimentica di pagare. Ha fatto del bene il ministro dell'Economia? Al signor Rossi di sicuro sì, e quel bene era un atto dovuto. Ma quanti altri signor Rossi ci sono che devono avere soldi da parte dello Stato e non hanno a disposizione il telefono amico del ministro? Migliaia. Che devono pensare? Che il garante dei loro pagamenti si muove solo per qualcuno e per altri no? Bisognerebbe dare anche a loro il numero di telefonino del ministro, che potrebbe intervenire per chiunque seguendo la propria vocazione umanitaria. Ecco la soluzione al caso Cancellieri: il telefono amico. Si può risolvere pubblicando sul sito Internet del ministero il numero di cellulare del ministro, che avrà l'obbligo morale di ascoltare le richieste di congiunti di detenuti in difficoltà, segnalando poi ai dirigenti del ministero ogni pratica. Non mortifichiamo l'umanità della Cancellieri, come lei stessa chiede: che il telefono sia amico per tutti! di Franco Bechis