Filippo Facci: "Carlo De Benedetti uno di noi. Nei guai col fisco si lamenta per la riservatezza violata"
Carlo De Benedetti, uno di noi. Il presente articolo, esposto al pubblico, è basato sul nulla ed è gravemente lesivo. Di che, di chi? Presumiamo di Carlo De Benedetti detto «ingegnere», il quale - tramite l' avvocato professor Franco Coppi, quello che difese Andreotti - avvierà pertanto azioni a tutela della sua reputazione e «in tal senso ha già dato mandato di procedere giudizialmente». Contro chi? Presumiamo anche contro di noi, che siamo garantisti e tuttavia di mestiere dobbiamo dare le notizie: e la notizia, in questo caso, mentre scriviamo, è già stata ripresa da molti altri quotidiani online e attenzione, non dice che l' ingegner Carlo De Benedetti ha evaso le tasse per 120 milioni di euro nell' acquisto di uno yacht da 51 metri, ma dice che la Guardia di Finanza gli contesta qualcosa di molto simile. Più precisamente: la Guardia di finanza di Torino ha contestato all' ingegner Carlo De Benedetti di avere omesso, nella dichiarazione dei redditi, investimenti detenuti in territori off shore per quasi 120 milioni di euro: una vicenda che in particolare riguarda l' acquisto in leasing di My Aldabra, yacht di 51 metri battente bandiera delle Isole Cayman. Leggi anche: De Benedetti, il Fisco lo rovina. Cosa si "scorda" di dichiarare: lo spennano Dopodichè - il nostro mestiere funziona così - possiamo anche riportare quello che abbiamo messo addirittura in apertura dell' articolo, e che è stato riferito da un portavoce di De Benedetti: cioè che sarebbe «un' informazione data al pubblico e basata sul nulla, gravemente lesiva. L' Ingegnere avvierà pertanto azioni a tutela della sua reputazione e in tal senso ha già dato mandato al professor Franco Coppi di procedere giudizialmente». Ecco, abbiamo detto tutto. Anzi no, ci sarebbe qualche altro dettaglio di cronaca (potenzialmente e gravemente lesivo) e cioè, per esempio, che a far scattare gli accertamenti delle fiamme gialle torinesi è stata una segnalazione dei finanzieri della Toscana, dove l' imbarcazione è stata costruita, precisamente alla Codecasa di Viareggio: l' ingegnere - sempre secondo la notizia - rischierebbe una multa dai 7 ai 36 milioni perché a una sua società è stato appunto contestata «l' omessa dichiarazione di investimenti detenuti in Stati o territori a fiscalità privilegiata per un valore annuo pari a 19 milioni e 995mila euro». Ergo, l' evasione nel suo complesso è stata quantificata in quasi 120 milioni. OFF-SHORE - L' atto in realtà è di cinque mesi fa, risale a settembre, ed è stato notificato alla società Aldabra che appartiene a De Benedetti per il 99 per cento. Il sospetto è che questa Aldabra possa (potesse) essere una società di comodo fatta solo per gestire lo yacht in uso all' Ingegnere: perciò i finanzieri hanno controllato i conti dal 2011 al 2017 ed è risultato - così pare - che Aldabra non aveva dichiarato al Fisco il valore dello yacht, dapprima comprato con un leasing da Unicredit Leasing e poi subito affittato alla Aldabra. Secondo le accuse dei finanzieri, a pagare la gestione dello yacht - precisamente alla società specializzata Fraser Yachts Monaco - era esclusivamente De Benedetti. Insomma, la società Aldabra (che ha dato anche il nome allo yacht) in pratica era una società fantasma che aveva omesso il proprio ruolo nell' operazione, e anche l' operazione. La prima fonte di questa notizia è stata l' Ansa, e il citato portavoce di Carlo De Benedetti ha fatto sapere questo: «Esprimiamo profonda sorpresa per la notizia data dall' Ansa. Premesso che da un punto di vista formale non sono stati rispettati i dovuti obblighi di riservatezza, l' ingegner De Benedetti non ha mai evaso, o omesso di dichiarare, alcuna proprietà estera, in particolare per quanto riguarda l' imbarcazione My Aldabra, che era di proprietà di UniCredit Leasing SpA in Italia». Di strano c' è che il portavoce di De Benedetti, da una parte, non dice che la notizia dell' Ansa sia falsa, ma che l' Ansa nel darla non avrebbe rispettato «i dovuti obblighi di riservatezza»: non sappiamo quali, visto che non c' è nessun obbligo di tener riservata una notizia del genere. Detto questo, il portavoce ha precisato che De Benedetti non ha «mai evaso o omesso di dichiarare alcuna proprietà estera, in particolare lo yacht, che apparteneva a UniCredit Leasing SpA in Italia». Insomma, tra il vero e il falso c' è di mezzo il cavillo, il garbuglio, la fisiologica differenza tra una contestazione fiscale e la spiegazione fornita dal contestato: insomma, come accade per ciascuno di noi tartassati dal fisco. RESIDENZA SVIZZERA - Magari ecco, la maggior parte di noi non risiede in Svizzera come De Benedetti: ma in termini relativistici è la stessa cosa. Molti di noi, magari, dispongono di un' auto con targa romena o slovacca per questioni fiscali: e De Benedetti, se è vero, dispone di uno yacht che batte bandiera delle isole Cayman. Molti di noi, magari, hanno un macchinone pagato in leasing con scocca in lega leggera, sedili in similpelle, 220 all' ora di velocità massima e omologazione per il quinto passeggero; l' Aldabra fruito da De Benedetti invece ha uno scafo in acciaio con sovrastruttura in alluminio, tocca i 17,5 nodi di superficie, quattro livelli, piscina interna, salotto in pelle bianca, due suite, omologazione per 12 ospiti più otto membri di equipaggio: in fondo cambia poco, no? De Benedetti riceve cartelle esattoriali esattamente come noi, che a differenza sua non facciamo notizia (ma è colpa nostra) e non abbiamo un portavoce che spieghi - senza smadonnare come noi, e senza chiamare l' avvocato Coppi - che forse Equitalia ci ha scambiati per qualcun altro, che c' è un errore «gravemente lesivo» eccetera. Poi, noi, siamo liberi di sfogarci sui social e magari sostenere che gli alieni invaderanno la terra, visto che il governo l' hanno già invaso: De Benedetti in proporzione è libero di rilasciare pensose interviste - come sul Sole 24 Ore dell' altro giorno - in cui paragonare le eventuali aperture del Partito popolare europeo ai sovranisti alle aperture del primo ministro britannico Chamberlain del 19038, quando pensò di ammansire Hitler. De Benedetti, insomma, è uno di noi. di Filippo Facci