La rabbia di Berlusconi: "Letta va a casa"
Dopo il sì della Giunta per il Regolamento al voto palese in Aula per la decdenza di Silvio Berlusconi, ovvia, scatta l'ira del Cav. Il percorso ormai sembra obbligato. La crisi è vicina. Berlusconi è già sul piede di guerra. Aveva fissato un appuntamento con i ministri Pdl alle 13.30 a Palazzo Grazioli ma dopo la notizia dell'ennesimo schiaffo subito è stato annullato. Il pranzo di lavoro era già fissato da qualche giorno per parlare della legge di stabilità, ma Silvio Berlusconi, dopo la piroetta in giunta, lo ha fatto saltare pochi minuti prima del suo inizio. Il vertice - Secondo i ben informati la decisione sarebbe stata presa dal Cavaliere per quello che era appena successo: dire che non ha gradito affatto la decisione di Pd e Scelta Civica, teorici alleati, è riduttivo. Il voto palese sulla decadenza è una novità assoluta: pur di far fuori Berlusconi è stato stravolto il regolamento. Così, ora, nella residenza romana del leader azzurro sono presenti i 'falchi' Sandro Bondi e Denis Verdini. Poi è arrivato Gianni Letta. Stando all'agenda, nel corso della giornata l'ex premier dovrebbe incontrare il capofila dei 'lealisti', Raffaele Fitto. Tensione alle stelle - Ora è vicina la resa dei conti. Berlusconi l'aveva detto: "Se mi fanno decdere salta tutto". A poco sono serviti gli avvertimenti della vigilia in cui il Cav aveva cercato di far ragionare Letta, e soprattutto il Pd, per trovare una soluzione condivisa: "Segnalo che il Governo, se volesse, avrebbe un'autostrada per risolvere il problema: è tuttora aperta la 'legge delega' sulla giustizia, e basterebbe approvare una norma interpretativa di una riga, che chiarisca la irretroattività, la non applicabilità al passato della Legge Severino. Letta dica sì o no". Letta e il Pd con la scelta del voto palese hanno detto "no". E ora a palazzo Chigi la tensione è alle stelle.