Michela Murgia e il "fascistometro". La vergogna rossa sull'Espresso, come insulta gli italiani
Gentili signori della corte rossa, giudici del Tribunale del Pensiero Unico, lo confesso: sono un fascista. Ho ripetutamente difeso la famiglia naturale, ho creduto che i bambini debbano fare i bambini e le bambine le bambine, ho scritto di radici cristiane dell' Europa e mi sono convinto che un Paese, per essere tale, debba avere dei confini; ho perfino sostenuto la bontà della legittima difesa, ho polemizzato contro le quote rosa, ho sottolineato la differenza tra migranti economici e profughi e ho addirittura elogiato l' operato delle Forze Armate. Sì, lo so, non vado ancora in giro con fez e camicia nera, non ostento saluti romani né grido in pubblica piazza «Viva il Duce»; sono ancora un fascista immaturo, un proto-fascista, come risulta dall' illuminante test del «Fascistometro», pubblicato sul sito dell' Espresso, cui mi sono volontariamente sottoposto, per tirar fuori il fascista nascosto che è in me. Devo migliorare, ne sono consapevole, ma in questo percorso di formazione mi aiuterà il vademecum per riconoscersi camerati a propria insaputa, ossia l' imperdibile "Istruzioni per diventare fascisti" (Einaudi, pp. 100, euro 12) della nostrissima Michela Murgia. Questo testo servirà a me e tutti voi, cripto-fascisti, a identificare non solo latenti nostalgie del Ventennio, ma soprattutto a riconoscere metodi, linguaggi, stile e approccio alla vita di un uomo nato con la camicia (nera). Perché, fa sapere l' autrice attingendo al filosofo Forrest Gump, fascista è chi il fascista fa. EJA EJA ALALÀ - Ad esempio, siete soliti utilizzare la parola «capo» anziché «leader», o cercate qualcuno da cui essere guidati e non solo ispirati? Ebbene, siete dei fascisti! Osate sostenere che gli italiani si sono impoveriti e che gli anziani debbano essere sostenuti con contributi materiali? Non fate altro che attingere alla retorica già adottata da zio Benito. Ancora: siete favorevoli all' uso della forza da parte dello Stato per tutelarci dai malviventi, oppure, in assenza dello Stato, siete disposti a difendervi da soli con le armi? Non lo ammettete, ma in entrambi i casi siete fascisti appassionati di violenza. Se poi vi siete stancati del linguaggio politicamente corretto, e avete preso a chiamare le cose col loro nome, tipo «rottura di coglioni» una seccatura e «troie» le mestieranti di strada, allora voi parlate da fascisti, perché nell' animo in fondo lo siete. Molto più banalmente, se pensate che la famiglia naturale sia composta da maschio e femmina, se ritenete pericolosa l' ideologia gender, o se ricorrete alla parola scandalosa «madre», allora in modo implicito state dichiarando la vostra nostalgia del regime mussoliniano. Sì, perché come già faceva notare l' autrice in tv, se «la donna viene protetta ed esaltata solo in quanto madre», «se tu riduci l' interesse su una donna al suo utero, ti stai comportando secondo le istruzioni che caratterizzano il metodo fascista». Siete avvisati, bimbi e bimbe, che vi ostinate a dire «mamma» come prima parola. Potreste essere presto tacciati di apologia di fascismo. La Ducessa - Ma attenti anche a quando fate i piacioni e cercate il consenso di un gruppo di persone: inconsapevolmente state facendo i fascisti. Come insegna la Murgia, «se volete essere fascisti, siate prima di tutto seduttori», compiacete cioè tutti e tutte; e allora lodate le piccole imprese del Nord, che hanno saputo far grande il made in Italy (tipico discorso da gerarchi col fascio), oppure sollecitate l' autostima dei meridionali, sostenendo che sono accoglienti e veraci (e quale fascista non li ha conquistati così!). Sui temi politici, poi, occhio a come screditate l' avversario, che per voi è sempre un nemico da eliminare: se sostenete che non è buono ma solo buonista, o che fa il comunista col Rolex, allora siete sulla buona strada per gridare Eja Eja Alalà. Ma anche se affermate la necessità di una riforma presidenzialista, o tifate per le grandi infrastrutture, disprezzando chi dice a prescindere No, ci risiamo: avete da qualche parte nascosta la tessera del Pnf. In base a questo prontuario, praticamente siamo tutti fascisti potenziali, incoscienti ma in fin dei conti convinti (perfino chi non condivide nessuna delle frasi del Fascistometro, secondo il test, è comunque un «aspirante» fascista). E lo deve essere verosimilmente anche l' autrice di questo libro, alla quale proponiamo un accordo: noi ci impegniamo per diventare fascisti-modello seguendo le sue istruzioni, ma lei si candida a essere la nostra nuova Leader, pardon, il nostro nuovo Capo. Facciamo Michela Murgia Ducessa del risorto Fascismo 3.0. E il 28 ottobre, in suo onore, al posto della Marcia, organizzeremo la Murgia su Roma. di Gianluca Veneziani