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De Girolamo: "Le mosse del Cav?Ha azzerato anche Verdini..."

Nunzia De Girolamo

Andrea Tempestini
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Nunzia De Girolamo, per capire cosa sta accadendo nel Pdl occorre partire dall'ufficio di presidenza dell'altro ieri. Perché lei, pur essendo ministro delle Politiche agricole, non ha partecipato alla riunione che ha stabilito il ritorno di Forza Italia? «Io non faccio parte dell'ufficio di presidenza con diritto di voto. Organismo, peraltro, che si basa su un organigramma del 2009. Quindi, con tutto il rispetto per i miei colleghi, vecchio. Che difficilmente può prendere decisioni nuove».  Però, che Silvio Berlusconi vi ha invitato lo stesso... «Venerdì abbiamo avuto con lui un pranzo molto affettuoso. Il presidente, guardando lo statuto del Pdl, ha visto che poteva invitare altre persone e così ha fatto». Ma lei e gli altri ministri non siete andati lo stesso. Perché? «A quel punto ci sembrava inopportuno vista l'assenza, concordata con lui, di Angelino Alfano».  Ma così avete spianato la strada ai falchi. Che infatti cantano vittoria. «Io starei molto attenta, al posto dei miei colleghi che ho visto esultare, a non far passare messaggi negativi e molto lontani dal pensiero di Berlusconi». Si riferisce alle considerazioni sull'azzeramento delle cariche attuali? «Un nuovo partito, Forza Italia, non nasce per azzerare qualcosa, ma per costruire. Non nasce con le epurazioni, ma per lanciare un progetto per il Paese. Fatto sta che l'impressione, invece, è proprio quella dello strappo tra Berlusconi da una parte e Alfano e gli altri ministri dall'altra. «Berlusconi venerdì ha fatto quello che aveva già ampiamente annunciato: la rinascita di Forza Italia, che sarà messa ai voti al consiglio nazionale. Temo che altri, interpretando male le sue intenzioni, abbiano invece pensato ad un regolamento di conti in atto». E non è così? «No, perché la mentalità di Berlusconi non è quella delle liste di proscrizione. Quella è la mentalità, semmai, di qualche cattivo consigliere che non vuole bene al nostro leader, ma alle sue ambizioni, che finora non sono state soddisfatte». È un dato di fatto, però, che Alfano era il segretario del Pdl e adesso non lo è più. «Premessa: io mi sono iscritta in un partito in cui il leader era Silvio Berlusconi. Un leader che per me resterà tale. Da ministro e non».  Veniamo ad Alfano, però. «Alfano è stato indicato da Berlusconi. E noi con spirito di partito abbiamo seguito la linea. Credo che Angelino sia la migliore figura che ci sia all'interno del Pdl. Ma poiché Berlusconi ha l'esigenza di fondare il nuovo partito, ha azzerato tutti». Tutti? «Insieme ad Alfano, è stato azzerato anche Denis Verdini. E il mio coordinatore regionale, Nitto Francesco Palma, e quello della Lombardia, Mario Mantovani. Oggi non c'è più nessuno. E nessuno, quindi, è legittimato a fare le liste dei buoni e dei cattivi. E a esercitare poteri che non ha».  Però erano stati proprio i cosiddetti lealisti a chiedere di fare tabula rasa dell'organigramma. «A Berlusconi abbiamo chiesto di essere il presidente di tutti. Se qualcuno pensa di aver vinto, non lo conosce: Berlusconi non lancerebbe mai un partito con un messaggio negativo». Quindi Alfano tornerà al suo posto? «Conoscendo Berlusconi mi aspetto che restituisca ad Angelino, così come affermato venerdì, il suo ruolo di guida del partito dopo di lui». La scissione è all'ordine del giorno? «Assolutamente no. Esiste un consiglio nazionale nel quale, a prescindere dal numero uno che resta Berlusconi, discuteremo sul resto. Ed è in quella occasione che verificheremo tante cose». Quali, ad esempio? «Intanto chi vuole veramente bene a Berlusconi. E poi come intendiamo portare avanti le nostre battaglie su tasse, legge elettorale e giustizia. Sarà lì che lanceremo il nostro manifesto su quale Italia e quale partito vogliamo. Un manifesto nel quale ribadiremo anche l'esigenza di restare al governo nell'interesse dei cittadini e dello stesso Berlusconi». Prima ha accennato al voto del consiglio nazionale. Quindi quanto deciso dall'ufficio di presidenza non è ancora operativo? «Ecco perché sarebbe più corretto dire che le cariche di partito, più che essere azzerate, sono sospese. Tutto, a partire dalla discussione e dalle relative scelte, dipenderà dal consiglio nazionale. E da qui all'8 dicembre c'è tutto il tempo per lavorare. Sia sul manifesto, sia sul suo consenso. In oltre un mese può succedere di tutto». Lei si considera di Forza Italia o del Pdl? «Io sono nata politicamente con Forza Italia. Mi sono iscritta da ragazzina e ho iniziato ad attaccare manifesti e organizzare gazebo. Ci sono rimasta molto male quando abbiamo cambiato il nome in Pdl». Quindi nessun problema, almeno per lei, se torna Forza Italia. «Io credo nella Forza Italia del 1994: un movimento riformatore, liberale e moderato. Non credo agli estremismi di questi ultimi tempi e a chi usa questo nome per rese dei conti interne con chi la pensa diversamente». intervista di Tommaso Montesano

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