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Belsito, torna in libertà l'ex tesoriere della Lega

Arrestato nell'aprile 2013, era ai domiciliari. Da portaborse al vertice di Fincantieri, ascesa e declino dell'ex tesoriere della Lega Nord

Luciano Capone
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Francesco Belsito è tornato a piede libero. L'ex tesoriere della Lega Nord, arrestato nell'aprile del 2013 per appropriazione indebita, riciclaggio, truffa e false fatturazioni, era rimasto a San Vittore fino a giugno e successivamente agli arresti domiciliari. Oggi sono decaduti i termini della custodia cautelare e i suoi avvocati, Paolo Scovazzi e Sandro Vaccaro, confermano che da oggi l'ex cassiere del Carroccio è di nuovo libero. Belsito, che aveva investito oltre 7 milioni di rimborsi elettorali in Tanzania, Cipro e Norvegia, è accusato di appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato. Oltre agli investimenti esteri, all'ex tesoriere tesoriere vengono contestati altri movimenti bancari come l'utilizzo del finanziamento pubblico al partito per scopi privati della famiglia Bossi. Ex buttafuori nelle discoteche della riviera ligure ed ex titolare di un'impresa di pulizie, Belsito era riuscito a conquistare la fiducia della famiglia Bossi e ad entrare nel cosiddetto "cerchio magico". Pur non avendo un curriculum brillante, fatto di un diploma da perito in una scuola privata a Napoli e di una laurea in Scienze della comunicazione a Malta (laurea non riconosciouta in Italia), è riuscito a scalare il partito, partendo da assistente-portaborse fino a diventare figura di spicco del Carroccio in Liguria, tesoriere del partito e sottosegretario al Ministero della semplificazione guidato da Calderoli. Belsito ha anche otteneuto delle nomine che a prima vista non appaiono strettamente legate alle sue competenze e al suo curriculum, come un posto nel consiglio d'amministrazione della Filse (la Finanziaria ligure per lo sviluppo economico) e addirittura la vicepresidenza di Fincantieri, uno dei più importanti complessi cantieristici navali d'Europa, uno dei cosiddetti "asset strategici" nazionali.   Il caso dell'ex cassiere della Lega aveva causato un terremoto nella Lega, portando alle dimissioni di Umberto Bossi e all'espulsione di diversi fedelissimi del Senatur come Rosi Mauro, all'epoca vicepresidente del Senato, e lo stesso Belsito. Dopo lo scandalo la Lega, pur riuscendo a conquistare il Pirellone con Roberto Maroni alle regionali del 2013, non è ancora riuscita a riprendersi dal forte calo di consensi ed è ancora attraversata da una guerra tra bossiani e maroniani che dovrebbe trovare una soluzione definitiva nel prossimo congresso federale. Forse. 

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