Il Quirinale contro il Fatto Quotidiano: "Grazia a Berlusconi? Una panzana"
Napolitano attacca il Fatto Quotidiano, che parla di "patto tradito dal Colle" per la grazia a Berlusconi: "Solo fantasie a cui credete voi"
Il Fatto continua la sua guerra quotidiana contro il Cav e contro il Quirinale. Chiodo fisso: la grazia per Silvio che secondo il quotidiano "travaglino" è stata "promessa dal Colle all'ex premier". Tesi sostenuta, seppur non in maniera esplicita anche da Daniela Santanchè, che domenica scorsa a L'Arena di Giletti aveva definito Re Giorgio "traditore". Così il Fatto ha raccolto le dichiarazioni della Santanchè e ha costruito una polemica su un presunto patto segreto tra il Colle e Berlusconi per avere la "grazia a prescindere". Il titolo dell'articolo a firma di Fabrizio D'Esposito è esplicito: "Il patto con Re Giorgio? Silvio graziato a prescindere". Il Fatto parla anche di un vero e proprio "tradimento di Napolitano" che appunto si sarebbe rimangiato la parola data sull'atto di clemenza. "Solo panzane" - Il Fatto sposa a denti stretti la tesi della Santanchè e fa infuriare il Colle: "Solo il Fatto Quotidiano crede alle ridicole panzane come quella del “patto tradito” dal Presidente Napolitano. La posizione del Presidente in materia di provvedimenti di clemenza è stata a suo tempo espressa con la massima chiarezza e precisione nella dichiarazione del 13 agosto scorso", afferma l'ufficio stampa del Quirinale, che smentisce l'articolo firmato da Fabrizio D'Esposito sul quotidiano di Padellaro e Travaglio in cui, come detto - citando alcuni "falchi anonimi" del Pdl - si sosteneva che c'era un patto tra il presidente della Repubblica e Berlusconi. "Patto tradito" - Ecco il paragrafo del Fatto che ha fatto infuriare il Colle: "Napolitano aveva promesso la grazia motu proprio per la condanna di Mediaset”. Testuale. Diversa, invece, la versione accreditata dal Quirinale e raccolta dal quotidiano: “Berlusconi voleva una sorta di perdono generale per il suo ruolo di leader in questo ventennio”. In ogni caso, ieri, lunedì 21 ottobre, la Santanchè è ritornata sul luogo del delitto: “Non ho mancato di rispetto a nessuno nel dire che il presidente Napolitano ha tradito la pacificazione tra i partiti. Anche l'ultimo episodio della nomina dei senatori a vita, con la scelta di quattro personalità dell'area del centrosinistra, dimostra un atteggiamento di giocatore, più che di arbitro. Vorrei che il capo dello Stato giocasse non per una squadra ma per la tutta la nazione”.