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Il Pdl a un passo dalla scissioneBerlusconi furioso manda in campo i mediatori

Silvio Berlusconi visto da Benny

Stretto nella morsa tra falchi e colombe il Cav convoca a Arcore Gasparri, Matteoli e Romani: "Senza di me non vanno da nessuna parte"

Nicoletta Orlandi Posti
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Silvio Berlusconi è stanco. Si sente solo. "I giochi di potere nel partito, mentre io decado da senatore sono assurdi e inammissibili", avrebbe detto il Cav dopo le ultima, ennessime dichiarazione incrociate tra i falchi e le colombe del Pdl. Aveva chiesto il silenzio stampa, ma i cosiddetti lealisti non ce l'hanno fatta a stare zitti: interviste, tweet, repliche, suggerimenti hanno invaso le agenzie stampa. "Caro Presidente per non essere fuori da tutto devi avere il partito in mano. Se non lo vuoi e lo lasci ad Alfano, senza mettere ai voti l'elezione del segretario, noi non ci stiamo", hanno fatto pressing i fittiani e tutte le amazzoni del berlusconismo non alfaniano.  L'ipotesi è che i lealisti di Fitto, quelli che chiedono l'azzeramento delle nomine, secondo il retroscena della Stampa, traslochino insieme a Santanché, Verdini e Bondi in Forza Italia tenendosi sul groppone gli 88 milioni di debito, mentre gli alfaniani rimangano sotto le insegne del Popolo delle Libertà. Ovviamente Berlusconi sta cercando di evitare che ciò avvenga, ma la sua forza di convinzione non è più quella di una volta. Si sente deluso, demotivato anche se non ha perso la convinzione dei essenziale come catalizzatore di voti e di finanziatore nel partito. E per questo ha sguinzagliato i mediatori: ieri sera,  come ogni lunedì ha trascorso la giornata a Arcore con i figli e con i vertici del gruppo Mediaset, tra focus e sondaggi, poi ha voluto incontrare Altero Matteoli, Paolo Romani e Maurizio Gasparri, i tre senatori, da sempre vicini al Cavaliere, che in questi giorni di polemiche si sono tenuti fuori dalle divisioni tra lealisti e alfaniani ribadendo più volte la necessità di salvaguardare in questo momento delicato l'unità del partito rimanendo fedeli al leader. Dopo il vertice di ieri, oggi Berlusconi, a sorpresa sarà a Roma. Probabilmente incontrerà Alfano e Fitto al fine di trovare una soluzione che accontenti tutti per il bene del partito: "Tutti uniti, finché non decado. Così saremo più forti per reagire all'immonda persecuzione", dirà secondo il Messaggero ai due facendo leva anche sul fattore economico: "Dove andate senza di me e i miei soldi?".

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