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Vaticano, criticano Papa Francesco: Radio Maria licenzia due giornalisti

Papa Francesco

Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro sul Foglio avevano scritto: "Questo Papa non ci piace". E l'emittente li caccia dalla loro trasmissione

Giulio Bucchi
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Vietato criticare Papa Francesco. Per questo Radio Maria ha licenziato i suoi due conduttori Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, giornalisti protagonisti di un duro articolo pubblicato dal Foglio dal titolo programmatico: "Questo Papa non ci piace". L'Huffington Post parla di "epurazione" e la parola, abbinata all'emittente del Vaticano, fa un certo effetto. "Siamo stati esautorati dalla conduzione delle trasmissioni che abbiamo condotto per dieci anni su Radio Maria - scrivono Gnocchi e Palmaro in una lettera inviata allo stesso Foglio -. Ci è stato comunicato con una garbatissima telefonata del direttore, padre Livio Fanzaga. Padre Livio - continuano - ritiene che non si possa essere conduttori di Radio Maria e, contemporaneamente, esprimere critiche sul Papa". "Pur non condividendo questa linea editoriale - proseguono i due giornalisti - ne prendiamo atto rimarcando comunque che le nostre critiche a Papa Francesco non contengono una sola riga che non si attenga alla dottrina cattolica e non sono state espresse dai microfoni della Radio. L'atto compiuto nei nostri confronti risulta dunque abbastanza raro nell'uso giornalistico sia nella sostanza sia nel metodo colpendo delle opinioni, discutibili certo ma legittime, espresse su un'altra testata". Le critiche a Papa e stampa - L'articolo di Gnocchi e Palmaro sul Foglio andava decisamente controcorrente rispetto agli elogi sperticati piovuti sul capo del Papa "rivoluzionario", specialmente da parte di quotidiani notoriamente non troppo vicini alla Chiesa, Repubblica in testa. Critiche ai progressisti, certo, ma pure ai "normalisti", i cattolici in linea con l'Osservatore che negano l'evidenza della diversità di Bergoglio rispetto ai suoi predecessori. Per Gnocchi e Palmaro il "Papa dalla fine del Mondo" è effettivamente di rottura, più nella sostanza che nei modi, e questo non sarebbe necessariamente un bene per il mondo cattolico. Francesco, sostengono i due critici, favorirebbe il senso di una "alternativa insanabile fra rigore dottrinale e misericordia: se c'è uno, non può esservi l'altra". Sbagliato, ma la stampa ("di regime", diremmo parlando di politica. Semplicemente "affascinata", parlando del Papa) non se ne accorge. Forse perché, sostengono sul Foglio, "sembra che Papa Francesco sia stato fatto per i mass media e che i mass media siano stati fatti per Papa Francesco".

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