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Berlusconi, idea servizi sociali in casa. Derby tra Ghedini e Coppi

Franco Coppi e Niccolo Ghedini

Storace, Gino Strada, un circo di strada: tutti vogliono in affidamento Silvio. Lui pensa a una soluzione-bomba. E intanto i suoi legali...

Giulio Bucchi
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Uno lo vorrebbe a Milano, vicino a famiglia e aziende. L'altro a Roma, nel mondo della politica. Intorno a Silvio Berlusconi è ancora derby legale tra i suoi due avvocati: Niccolò Ghedini, il falco, sta cercando di convincere il Cav a svolgere i servizi sociali sotto la Madonnina, mentre la colomba Franco Coppi è in pressing per tenerlo nella Capitale, dove peraltro l'ex premier ha già fissato la propria residenza a Palazzo Grazioli. Di sicuro c'è che i legali di Berlusconi hanno depositato in Procura a Milano la richiesta di affidamento ai servizi sociali, come annunciato nei giorni scorsi da Coppi. Il termine per la presentazione, prima che la sentenza diventasse definitiva, scadeva il 15 ottobre. L'istanza dovrà essere ora valutata dal Tribunale di Sorveglianza. Pioggia di richieste - Nel frattempo la bella abitazione romana è tutta un via vai di offerte e visite. Giovedì, per esempio, il leader della Destra Francesco Storace è salito dal Cavaliere per proporgli di fare i servizi sociali nella redazione del suo Giornale d'Italia "Potresti occuparti della raccolta pubblicitaria, sei un professionista", gli ha proposto Storace. Berlusconi, come suo solito, non ha chiuso le porte: "Valuterà", ha fatto sapere il pugnace ex braccio destro di Fini. Le opzioni, serie e facete, si sprecano: Gino Strada vorrebbe mandare Silvio in Afghanistan con Emergency, il circo di strada napoletano Iqbal lo sogna "a raccontare le barzellette", le Banche del Tempo lo vedrebbero bene a insegnare canto o economia. E poi ancora i radicali, Mario Capanna, il Ceis. Servizi sociali "a casa" - Fin qui, è molto folklore. Ma ci sono anche le opzioni valutate più seriamente dallo staff di Berlusconi. L'ultima è quella di puntare sull'affidamento a casa. Il Cavaliere, spiegano, potrebbe trascorrere il suo tempo con un assistente sociale che ne attesti il "recupero". Oppure, sempre da casa (con orari contingentati e concordati, quasi fosse agli arresti domiciliari), potrebbe per esempio, scrive il Corriere della Sera, "redarre un programma economico per le fasce più deboli della popolazione". E da qui il passo è breve: perché, propone qualcuno, non si può considerare la politica stessa una forma di attività sociale finalizzata al reinserimento nella società? Una provocazione, forse, Di sicuro, Berlusconi valuta strade decisamente più concrete come un impegno nella Fondazione Milan, nella casa di riposo Mortara di Pavia (quella dov'è stata ricoverata sua zia suora), al San Raffaele di Milano. Alla fine, spiega però l'altro avvocato dell'ex premier Piero Longo, "deciderà il Tribunale in piena autonomia" dove mandare il Cavaliere. Di certo, anche per questioni di opportunità politico-mediatica, i giudici cercheranno un compromesso con i desiderata del condannato, sia pur non avallando soluzioni troppo agevoli. I tempi sono abbastanza lunghi: seguirà la richiesta l'Ufficio di esecuzione penale esterna e solo allora, valutando l'istruttoria, un giudice del Tribunale milanese deciderà il futuro del Cav. Tempi lunghi, si diceva: se servizi sociali saranno, non inizieranno prima della tarda primavera 2014.

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