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Il "Fatto" contro la Boldrini. E lei risponde: "Accuse ingiuste"

Antonio Padellaro e Laura Boldrini

Padellaro attacca chi sfila a Lampedusa dopo la tragedia. Fa il nome di lady Montecitorio, che risponde: "Non mi aspettavo un attacco da voi"

Andrea Tempestini
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Se n'è accorto anche Il Fatto Quotidiano: Laura Boldrini specula sulla tragedia di Lampedusa. La presidente della Camera viene chiamata in causa dal direttore, Antonio Padellaro, che nell'editoriale di domenica 6 ottobre - "Il protocollo dell'isola dei conigli" - punta il dito contro la classe politica. Due in particolare le persone finite nel mirino del direttore: la Boldrini e Angelino Alfano.  Lady Montecitorio, interventista per eccellenza - le sue sortite sull'uso di maschile e femminile, quelle sugli spot che discriminano le donne e tutto il resto del corredo sono già storia - non poteva perdere l'occasione per ribattere. Per dire la sua verità. Così prende carta e penna e scriva al Fatto per spiegare che un attacco del genere, da un quotidiano "amico", certo non se lo aspettava. Prende carta e penna - e ci mancherebbe altro - anche per ribadire che lei ha tutto il diritto di essere annoverata tra i "buoni", che lei non sfila, che lei non fa passerelle a Lampedusa. Ma procediamo con ordine. L'editoriale del direttore - Padellaro scriveva: "Ma qual imperdonabili colpe hanno i poveri morti di Lampedusa abbandonati, bruciati, annegati e adesso usati, maneggiati, falsificati ed esibiti come una qualunque, dozzinale, merce politica e televisiva?". Quindi l'affondo contro Alfano, "reo" di appropriarsi del pensiero di Papa Francesco, accusato di "mettere le mani avanti" poiché "comunica che forse non sarà l'ultima tragedia". Poi nel mirino ci finisce lady Montecitorio: "Cosa dobbiamo dunque pensare quando la presidente della Camera Boldrini ci dice che nulla dovrà essere più come prima, visto che prima c'era lei che per conto dell'Onu si occupava a tempo pieno di quei rifugiati di cui ora non risulta che si occupi più nessuno?". Difesa e autocelebrazioni - Nessuno tocchi la Boldrini. La paladina del buonpensiero reagisce. E verga una lettera pubblicata dal Fatto Quotidiano di lunedì 8 ottobre. I toni sono scandalizzati per il fatto di trovarsi iscritta "nel registro degli esponenti politici e istituzionali che sulle tragedie dell'immigrazione fanno inutili passerelle stumentalizzando i morti". Boldrini ci spiega che "trovo l'accusa particolarmente inguista e ingenerosa". Perché? "Soprattutto rispetto alla mia storia personale", ovvero quella storia per cui, le rinfaccia Padellaro, si presta a speculazioni e passerelle.  L'autopromozione - La presidente di Montecitorio, dopo un'accurata autodifesa, si produce anche in una autopromozione senza dubbio alcuno: quello all'Alto Commissariato "è un ruolo che credo di aver esercitato con convinzione e impegno". La sua convinzione, spiega Boldrini, è testimoniata dai "violenti attacchi di cui sono stata oggetto da parte di alcuni esponenti politici dei governi di queli anni, lo testimonia il mio impegno contro il razzismo e ogni forma di discriminazione". Per la Boldrini, insomma, l'impegno passato la legittima alle "passerelle" di cui parla Padellaro.  Lo sconcerto - Infine Laura - in attesa della risposta del direttore, che arriverà mercoledì -, dopo la difesa passa alla captatio benevolentiae: rimprovera a Padellaro di parlare della politica e politici senza distinzioni, "sarebbe come se io non facessi alcun distinguo tra il suo e ben altri stili di giornalismo", spiega. Buoni e cattivi, insomma. Il mondo secondo la Boldrini. Lei, secondo lei stessa, è tra i buoni. Nessun dubbio. E se un giornale che nella sua mappa mentale figura tra i "buoni" la attacca, parliamo del Fatto, diventa cattivo. Un automatismo. Un riflesso pavloviano dei paladini del buonpensiero convinti di essere, sempre e comunque, nel giusto.

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