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No Tav, per Erri De Luca il movimento non è violento. "Tutte bugie della stampa per militarizzare la Val Di Susa"

Erri De Luca

Secondo lo scrittore napoletano le minacce ai giornalisti e i danneggiamenti ai cantieri sono una macchinazione. "I giornalisti mentono e passano le veline della Questura"

Roberto Procaccini
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Non c'è minaccia a giornalista, danneggiamento ai cantieri, lettera minatoria o corteo degenerato in violenze che tenga. "Il movimento no Tav è pacifico, è la stampa di regime che mistifica i fatti  per denigrarlo e spaccarlo". Per Erri De Luca, scrittore napoletano con un passato in Lotta Continua, la galassia di sigle, collettivi e associazioni riunite nel movimento di opposizione all'alta velocità Torino-Lione non ha nessun problema. Tutti gli episodi violenti "sono state addebitati ai No Tav - sono le sue parole - dagli organi di informazione per screditare il movimento, isolarlo e aumentare la pressione militare nella valle". Per l'autore di "Non ora, non qui", insomma, quello che si legge fa parte di una montatura per fare della Val di Susa un territorio in guerra, in stile medio Oriente: "Lì abbiamo spedito altre truppe - continua - che vanno lì a fare ciò che fanno in Afghanistan, occupare un territorio altrui". E, secondo De Luca, chi ci sarebbe dietro questa enorme opera di mistificazione? La stampa. "I giornalisti mentono per principio e si attengono alle veline della Questura" dice lo scrittore, intervenuto nelle commemorazioni a Napoli per Gianluca Siani, giornalista ucciso dalla camorra. De Luca, che più volte ha detto di appoggiare la causa No Tav, annuncia che sarà a Roma il 19 ottobre, quando il movimento sfilerà nelle strade della capitale. "Ci sarò non da infiltrato - assicura - ma come cittadino che si interessa di questo argomento".

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