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Porro: "In tv la lite giova al Pdl, ma fuori faranno pace"

Nicola Porro

Contrordine: il talk politico (grazie ai casini azzurri) ricomincia a tirare

Nicoletta Orlandi Posti
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Contrordine: il talk politico (grazie ai casini del Pdl) ricomincia a tirare. Concetto lavoisieriano: in tv nulla si crea e nul- la si distrugge, ma si trasforma sulle curve d'ascolto. Prendiamo te, Nicola Porro, conduttore di Virus - il contagio delle idee. Facevi un bruttarello 2-4% di share su Raidue. Spo- stato al venerdì e con gli scazzi falchi-co- lombe sei salito al 5,2%, punte dell'8%... «C'è un indubbio effetto curiosità per i fat- ti berlusconiani. Dopo la vicenda della fi- ducia a Letta, secondo i sondaggi Ghisleri da noi pubblicati, c'è stato un aumento dell'interesse di voto nel Pdl. Paradossal- mente questo scontro ha fatto bene agli elettori di centrodestra...». Ma Berlusconi decapiterà la dirigenza dei falchi come vorrebbe Alfano? E, soprattut- to dopo Berlusconi (perché, umanamente ci sarà pure un «dopo») il partito reggerà? «Io credo che Berlusconi non taglierà teste, anzi manterrà l'unità dei suoi; l'ha fatto per anni con Dc, socialisti e liberali, lo farà anche oggi. Tutto dipende da quanta agibilità effettiva avrà con l'affidamento ai servizi sociali. Lo snodo è tutto lì: se riesce a dirigere da fuori ok, sennò il partito implode. E questo per l'altra domanda». Quindi nessuna «defalchizzazione»? «Ma no. Piuttosto bisognerà vedere se, ora che la linea è chiara, Letta opterà davvero per le riforme o si vivaccherà su un taglio all'Iva qui, uno all'Imu qua, l'arte solita del rinvio, insomma». Torniamo ai talk show politici. Per me ce n'è da overdose. «Anche per me». E girano sempre le stesse facce. «Anche per me». Una cosa su cui non sei d'accordo... «... Però, se noti, noi cerchiamo di mettere gli imprenditori con una storia, i cronisti economici giovani. E le “stesse facce” da noi non fanno rissa, articolano i discorsi, e così la cosa funziona; non è un caso se l'altra sera l'analisi pacata di Belpietro abbia fatto il picco. Girano sempre le solite 70 persone, ma se mi fai un elenco di 10 nuo- vi volti che dicono cose intelligenti, giuro: le prendo in considerazione». Insisto:i tuoi autori, che sono della scuola Giovanni Minoli (che ritiene morto il talk da anni) al vociare dei politici non ci credono; infatti la prima parte del programma è un po' sfilacciata. Mentre, per gli stessi motivi minoliani, la seconda che prevede il faccia-a-faccia con il finanziere, l'industriale fila benissimo. Condivi? «Condivido. Però due serate in prima se- rata, a costi oramai ridottissimi, come li copri? L' idea è che non ha senso fare quello che fanno gli altri. Da qui l'intuizione di prendere quelli di cui parlano il Sole24Ore o Milano Finanza e farli conoscere dal punto di vista umano e non solo finanziario. Ammetterai che Illy, illuminato di sinistra che sui sindacati e il lavoro dice cose di destrissima, è un taglio diverso...». Una volta ci si lamentava che non c'era conduttori di centrodestra. Ma tra te , Cruciani, il primo Paragone, ecc..non mi pare ci si possa lamentare più, o no? «Il punto non è trovare i conduttori, ma trovare una squadra di autori liberali: qualcuno che ammetta che per la Tav ci sono dei problemi e ci faccia sopra un pezzo di denuncia vera.. La destra non ha curato una scuola di veri liberali televisivi, fare un programma non è come scrivere un editoriale». Sarà che di liberali veri sarete in cinque... «Forse. Eppure la mia puntata più bella ri- mane quella politicamente scorretta sulla Val di Susa e sul caso Riva, tutt'altro che chiaro. Certo, avevamo contro Montalba- no, ma abbiamo fatto il 3%». Appunto. Siete (siamo) in cinque... «L'idea è quella di allargarsi,a detta del direttore di Raidue Teodoli e del direttore generale Gubitosi. Si continua». di Francesco Specchia

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