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"Il ventennio finisce quando il Pd vincerà"Pure la Bindi striglia Letta

Rosi critica le parole del premier e accusa il governo: "Troppo timido"

Nicoletta Orlandi Posti
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"Il ventennio finirà il giorno in cui il Pd vincerà le elezioni". Rosy Bindi, a margine di un appuntamento del Partito democratico a Roma, commenta così le parole espresse dal premier Enrico Letta durante l'intervista a proposito del voto di fiducia incassato nei giorni scorsi dall'esecutivo. "Non si può definire chiuso il ventennio fino a quando c'è un governo di larghe intese", ha aggiunto Bindi rivendicando come la sua componente sia stata "la prima a non aver votato per il governo delle larghe intese: e non perchè non volevamo dare un governo al Paese ma perchè abbiamo sempre denunciato l'equivoco 'pacificatore'. Un equivoco che si è chiarito solo con il secondo voto di fiducia al governo". Troppe timidezze del governo - Ora i 'bindiani' chiedono al governo di mettere mano al "paradigma sociale che ha prodotto la crisi". C'è stata, dice Rosi Bindi, "troppa timidezza e troppi cedimenti ad un modello economico che ha prodotto emergenze come quella di Lampedusa, i licenziamenti, le violenze, lo sfilacciamento del tessuto sociale". Soprattutto, dal punto di vista economico, serve un rilancio della politica di spesa pubblica, una vera e propria "svolta keynesiana". E poi politiche sociali e rafforzamento dei servizi pubblici la cui tenuta non può essere garantita dal drenaggio di risorse dal welfare. "Servono risorse fresche o rischiamo il collasso del sistema pubblico". Senza contare, affermano i 'bindiani', che anche per sostenere l'occupazione, le risorse che potrebbero essere stanziate per tagliare il cuneo fiscale potrebbero a mala pena garantire 100 mila posti di lavoro. Anche sul fronte delle privatizzazioni, alla luce del programma di dismissioni e del piano 'Destinazione Italia', Bindi annuncia la richiesta di un'indagine conoscitiva che faccia luce sugli esiti delle cessioni già avvenute in passato in Italia. Secondo Rosi Bindi sarà la riforma della Bossi-Fini il "banco di prova per il governo" Letta. "Avendo assistito al rinnegamento di molte parti della legge da parte di Fini, questa legge la chiamerei solo la 'legge Bossi'" dice Bindi che chiede inoltre al governo di rafforzare i poteri del ministro Kyenge attribuendole nove deleghe. Quanto alla legge, "non penso certo che riformando la legge fermeremo i barconi, ma l'impostazione culturale di questa legge è all'opposto di ciò che serve. E' una legge che nega la storia, il dato strutturale che storicamente è rappresentato dal fenomeno". per Bindi, inoltre " l'Unione Europea non può prendere sul serio un Paese che ha autorizzato i respingimenti in mare". Renzi ci dica dove vuole andare - La democratica parla anche di Renzi: ancora non ci dice cosa vuol fare. Per quanto mi riguarda credo di avergli dato una grande mano ma davvero non capisco dove intende andare. E quello che capisco non mi sembra che sia proprio coerente con la nostra proposta". E riguardo al voto in Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi la Bindi vuole un voto palese. E' la richiesta che Rosy Bindi avanza, a margine di un appuntamento del partito a Roma. "Sono contro il voto segreto. Non lo capisco. In Parlamento - spiega - non esistono segreti, ciascun politico deve essere in grado di rendere ragione delle scelte che fa e non di nascondersi dietro a un voto". Bindi ha aggiunto di non temere "il voto segreto per il Partito democratico, ma per il comportamento di qualche gruppo che potrebbe avere intenzione di fare qualche dispetto al Pd".

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