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Feltri: "Sallusti possono licenziarlo, la Santanchè invece no"

Vittorio Feltri visto da Benny

Il fondatore di Libero fa il punto sulla situazione del direttore de "Il Giornale": "Salvate almeno la forma. Ma io son pronto a batter cassa..."

Andrea Tempestini
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Una nuova chiacchierata tra Vittorio Feltri e il Fatto Quotidiano. Il fondatore di Libero fa il punto sulle vicende de Il Giornale, di cui è direttore editoriale. Breve sintesi: Angelino Alfano, dopo che la sua linea pro-fiducia a Letta ha vinto, avrebbe chiesto la testa di Alessandro Sallusti (lo ha confermato il direttore stesso). Quindi un gran vociare sulla prossima cacciata, smentita sabato dall'editore, Paolo Berlusconi. Feltri spiega: "Gli ho parlato, la lettera di licenziamento non l'ha ricevuta. Mi sembrava strano che in tre minuti tagliassero la sua testa. Comunque, visto che io non voglio passare alla storia, ma voglio passare alla cassa: se serve eccomi qui, io ci sono". Una battuta sibillina, quella di Feltri, che lascia intendere che, smentite a parte, la poltrona di Sallusti non è poi così salda. Il fondatore di Libero, poi, si lascia andare a un'altra battuta tagliente: "Purtroppo per Sallusti, lui può essere licenziato. La Santanchè no, perché è stata eletta". E ancora: "Il sospetto che dietro questo desiderio ci sia la voglia di interrompere il sodalizio tra i due, la loro liason professionale, viene. Ma è pur vero che i direttori sono a tempo determinato. E a volte se ne vanno da soli prima di scottarsi. Certo - conclude Feltri -, se lo licenziano tre giorni dopo il patacrac, sono fessi. Almeno salvare la forma!". Altra battuta (sibillina).

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