Travaglio: "Salvate Sallusti dall'opportunista Alfano"
Il direttore del Giornale conquista la fiducia del re dei manettari: "Alfano non può chiedere la testa di Sallusti". Quello che non sopporta è la fedeltà al Cav
Salvate Alessandro Sallusti. L'appello lo lancia, niente meno, Marco Travaglio nel suo editoriale su Il Fatto Quotidiano. Il re dei manettari, pur di attaccare Angelino Alfano, prende posizione sulla bagarre interna al centrodestra e dà per certi i rumors di stampa: Angelino vuole la testa del direttore de Il Giornale e questo non ha niente - parole di Travaglio - "di liberale, popolare ed europeo". "Quando, ancora due mesi fa, - sostiene Travaglio - si trattava di manganellare chi chiedeva le sue dimissioni per il sequestro e la deportazione della moglie e della bimba di un dissidente kazako ordinati da agenti di Astana che scorrazzavano per il Viminale e perpetrti dalla polizia italiana all'insaputa del presunto ministro dell'Interno, Il Giornale di zio Tibia (Sallusti ndr) gli andava benissimo. Ora che gli dà del traditore, non più". Opportunista - Marco Manetta dice che i frondisti berlusconiani vogliono "cacciare il direttore del Giornale per sostituirlo con uno più morbido e accomodante nei loro contronti (i pretendenti non mancano)". Dato l'assioma teorico, Travaglio se la prende con Alfano "che si definisce 'diversamente berlusconiano' e invece è solo un berlusconiano opportunista". La colpa non espiata sembrano essere i mesi in cui Alfano è stato "difeso" da Sallusti. Ora che non è più comodo - ragiona Travaglio - ecco che il direttore va defenestrato, ma non è così che si trattano i colleghi. Conclusione? "Il berlusconismo non finisce con la morte (peraltro presunta) di B.: finirà quando anche l'ultimo berlusconiano sarà sparito dalla circolazione senza lasciare tracce". Lodo - E allora Travaglio cerca queste tracce e spolvera tutti i presunti scheletri nell'armadio di Alfano: chiede ai lettori "chi ricorda i rapporti con Massimo Ciancimino?". E racconta e parla e scrive per poi arrivare, solo a fondo pagina, all'unico scheletro che, davvero, Travaglio non gli perdonerà mai: quando "nel 2005, proprio al Giornale, l'onorevole Angelino si dicharò 'unilateralmente innamorato di Silvio Berlusconi'".