Berlusconi, parla l'ex maggiordomo: il bunga bunga, la Pascale, il vino e le cravatte
Alfredo Pezzotti, noto come "La mummia", non accoltella il Cav: "E' troppo buono, è uno da spiaggia. Gli toglievo i numeri delle ragazze dalla tasca della giacca. E da Putin..."
Berlusconi e le olgettine, Berlusconi e i regalini, Berlusconi e Putin nella dacia in mezzo ai boschi. Berlusconi e il maggiordomo. Questa volta il Fatto quotidiano non si è accontentato dei verbali e delle intercettazioni: è andato a scavare direttamente nei cassetti di Silvio Berlusconi. Ha ravanato nelle tasche dei suoi pantaloni, ha pulito i suoi piatti sporchi. Alla ricerca del dettaglio peccaminoso, intimo. E per trovarlo il quotidiano di Antonio Padellaro e Marco Travaglio si è affidato all'intervista esclusiva a Alfredo Pezzotti, storico maggiordomo di Silvio Berlusconi congedato dopo 25 anni di fedelissimo servizio. Ora ha aperto un ristorante, il Palato di Alfredo, grazie ad un aiuto economico del Cav. Che per ringraziarlo dei suoi servigi gli ha pure regalato una piscina. "La offro io, per le tue figlie". Parla la Mummia - Pezzotti è noto nell'entourage del Cavaliere con l'affettuoso soprannome di Mummia. Non parlava quando si occupava delle abitazioni dell'ex premier, figurarsi ora, soprattutto davanti alle penne avvelenate di quegli anti-Cav scatenati del Fatto. Loro ci provano, lui respinge le malizie con garbo. "Berlusconi è troppo buono, pensa che tutti siano come lui", lo difende Pezzotti, che per l'ex datore di lavoro ha solo parole di lode: "E' una macchina da guerra" che la sera, piuttosto che frizzi e lazzi preferisce dedicarsi alla rassegna stampa: "Finché non ha letto tutti i quotidiani non c'è verso che vada a dormire". Difetti? "A volte quando è a tavola e non ha ospiti prende le patatine con le mani"... I numeri delle ragazze dalle tasche - Berlusconi, ricorda il suo ex maggiordomo, "è un tipo da spiaggia e da riviera". E le feste proibite? Macché. Tanto per cominciare, i viaggi dall'amico Putin: "Ci aspettava ai cancelli delle dacie, in mezzo ai boschi, e subito cominciava lo show: feste in maschera, combattimenti di arti marziali, partite di hockey su ghiaccio. Avremmo potuto avere carovane di donne, invece niente". Come in Russia, così in Italia: "Ero io a svuotargli le tasche della giacca, ogni sera. E trovavo manciate di numeri di telefono. Richieste di ogni tipo: il buttavo via quasi tutti". Il problema è che, nonostante le insistenze degli intervistatori, da Pezzotti non potrebbe arrivare mai nemmeno una coltellata a quello che considera "un padre". "Non esiste che uno come lui paghi per il sesso". Rimandate al mittente le insinuazioni su Nicole Minetti ("Vista un paio di volte, sempre tranquilla"), le intercettazioni delle gemelle De Vivo ("Ci siamo rimasti male, forse sono invidiose di altre ragazze ma di soldi non ne giravano"), le leggende sul bunga bunga e la statuetta porno ("Hanno trasformato golirdia in mostruosità. L'aveva portato un mio collega di ritorno dall'Africa, era un gioco"). Ma i regalini alle ragazze invitate a casa del Cavaliere? "Li impacchettavo io stesso, piccoli souvenir". Per il resto, "mai visto cose sporche, lo giuro sui miei figli!". La Pascale, il vino e Dudù - Cosa resta della gola profonda sognata dal Fatto? Poco. Il rapporto con Francesca Pascale, per esempio. "Quei due si vogliono bene veramente. Sono una coppia normale". Per esempio, colazione a letto ("Fette biscottate e tè per lui, spremuta d'arancia fresca per lei"), passeggiate, coccole a Dudù ("Che carino, è un batuffolo, il presidente lo tratta come un figlio, lo fa anche saltare sulle poltrone"). E la sensazione di un amore vero: "Francesca gli vuole bene veramente, altrimenti non avrebbe resistito. Sarà anche affascinata da quel mondo, ma è una persona disinteressata". C'è poi il capitolo vizi. Culinari, s'intende: lo yogurt mangiato nel cuore della notte, in pigiama bianco. La passione per la tagliata di manzo, il buon vino ("Amarone e altoatesini un po' aromatizzati"), il dolce Nonino. Nell'armadio ci sono le solite cose, d'ordinanz: "Centinaia di completi di Caraceni, cravatte a decine, centocinquanta tute di cachemire blu a Roma, altrettante ad Arcore e in Sardegna". E i politici? Le amicizie con Bush, Putin, Sarkozy ("Dopo le cene il presidente proiettava i filmini elettorali, il discorso al Congresso americano, un grande momento di storia..."). E con Enrico Letta ("Lo stima moltissimo) e Giorgio Napolitano: "Si sentono spesso, c'è molto rispetto, sono amici". di Claudio Brigliadori