La Boldrini mangia Fini: 2,5 milioni in più per cibo e vino
Con Lady Montecitorio spese di ristorazione monstre. Peggio di Gianfry
Non te lo saresti atteso da una con la sua storia, impregnata di cattolicesimo sociale. Eppure Laura Boldrini ha depennato dalla lista dei fornitori della Camera dei deputati niente meno che l'ospedale simbolo del Vaticano: quel Policlinico Gemelli che cura Papa e cardinali e che fino al 31 dicembre 2012 dava un occhio anche alla salute dei parlamentari italiani. Nel primo semestre 2012 il Gemelli aveva incassato dalla Camera per la sua opera di assistenza sanitaria 435 mila euro. Nella prima parte di questo anno, con il cambio di legislatura e l'elezione di un presidente che si è precipitata in Vaticano dopo l'elezione di papa Francesco, l'ospedale cattolico per eccellenza è restato a secco di commesse. Eppure non ne sono mancate nei primi sei mesi del 2013, che ovviamente non ricadono tutti sotto la responsabilità della Boldrini (però il Parlamento uscente ha dovuto spendere assai poco, non andandoci più nessuno). Fini risparmioso Rispetto allo stesso periodo 2012 il totale dei contratti di fornitura onorati dalla Camera dei deputati ammonta a 109,8 milioni di euro contro 105,8: 4 milioni in più, certificati dai documenti ufficiali inseriti sul sito Internet stesso di Montecitorio. Non tutte le spese sono salite, però: qualcuna è balzata davvero in avanti, mentre in altri settori ci sono stati tagli evidenti. Esempio. Con la Boldrini tagliate le assicurazioni vita dei dipendenti della Camera, salite invece quelle per i deputati. Molto aumentata (oltre il 10%) la spesa per la pulizia dei locali: si vede che ora a comandare lì ora è una donna. Che ha naturalmente qualche piccola debolezza: ad esempio l'immagine. In sei mesi è cresciuta del 16% la spesa per i servizi fotografici esterni, passando da 181,6 mila a 210,7 mila euro: quasi 30 mila euro in più. Per altro un po' nascosti grazie a un trucco contabile: per non fare notare questo aumento, parte della spesa delle agenzie fotografiche è stata inserita nel capitolo del cerimoniale (dove è sempre stata), parte invece per la prima volta all'interno del capitolo sulle competenze parlamentari. Che fame Ma non sono solo i fotografi i beneficiari della nuova gestione. Pesano di più informazione, propaganda e cultura. All'ufficio stampa la spesa è salita di circa 70 mila euro, per la biblioteca i fondi sono stati quasi raddoppiati anche grazie a un nuovo contratto con una società specializzata di diritto olandese (che quindi guadagna quasi tutto quel che viene pagato dalla Camera, avendo pressione fiscale assai ridotta). Ma la spesa davvero schizzata verso l'alto è stata quella per la ristorazione. E davvero è difficile comprenderlo. Nei primi sei mesi 2012, quando tutti i deputati erano in servizio regolare, questo capitolo indicava a consuntivo 1,7 milioni di euro. Nei primi sei mesi 2013, in realtà occupati solo a metà dai deputati, la spesa per ristorazione è salita a 4,2 milioni di euro. Anche qui qualcuno ha festeggiato più di altri. Non la Lavazza: il consumo di caffè è stato tagliato del 10%. Con la Boldrini privilegiate le forniture porta a porta. In via Uffici del Vicario, adiacente a Montecitorio, c'è un bar gelateria fra i più apprezzati dai romani. Ora possono apprezzarlo meglio anche i deputati, visto che rispetto all'anno precedente il rifornimento è passato da 4.855,95 a 13.640,01 euro. Aumenta con la nuova legislatura anche il consumo di pesce fresco: la ditta “Dal Mare” ha fatturato 12.200 euro contro i 9.198 dell'anno precedente. Ridotto il consumo di cioccolato: la Venchi scesa da 2.235 a 964 euro. Schizza verso l'alto il consumo di alcoolici. Il prosecco Val d'Oca non attirava un granché quando c'era Gianfranco Fini: 483,52 euro. È passato a 2,440,79 euro. Anche birre vini forniti dalla Doreca srl hanno fatto un balzo in avanti: da 17.389 a 25.287 euro. Penalizzata la Nestlè, e chissà se qui c'è proprio lo zampino diretto della Boldrini (la multinazionale è da sempre nel mirino degli ambientalisti e della sinistra radicale): fatto sta che la sua mini commessa è scesa da 3.921 a 834 euro. Festeggia a tavola invece il re delle carni Cremonini, che ha conquistato un nuovo contratto con la Camera incassando in quei sei mesi 13.374 euro. Caro carburante Fra i gialli più evidenti in bilancio c'è il capitolo auto. Con la Boldrini tagliate quelle blu e anche i contratti di noleggio, come promesso. Resta difficile però capire come allo stesso tempo sia triplicata in un anno la spesa per la benzina. Chi gongola in questo caso è il gruppo Eni, che ne ha fornita per 36.319,18 euro contro i 4.463,69 euro del semestre precedente. A festeggiare è anche il mitico The Economist, bandiera della sinistra chic: aveva una fornitura da 10.400 euro a Montecitorio, è aumentata del 60%. Piange invece un altro vip dell'economia: Luca Cordero di Montezemolo. Con la sua poltrona Frau era diventato il vero padrone di casa dei divanetti del Transatlantico. Poi certo il valore delle forniture è un po' sceso. Ma fra Fini e la Boldrini si sono più che dimezzate: 32,370 euro contro i 79.325 euro dell'anno precedente. Colpa anche di Montezemolo: non è più un fornitore neutrale, dopo che è sceso in politica a fianco di Mario Monti. di Franco Bechis