Beppe Grillo, Cassazione conferma la condanna per diffamazione
La Cassazione rende definitiva la sentenza. Dovrà risarcire l'ex primo cittadino con 25mila euro. In uno show disse balle sul suo conto
E anche Grillo resta sotto i colpi della Cassazione. Beppe, che nei giorni scorsi ha ripetuto con ossessione e vanto "Berlusconi è un delinquente", "il Cav è un pregiudicato", ora si trova nella stessa condizione di Sivio: pure lui è stato condannato in via definitiva. La Cassazione lo ha condannato a risarcire l'ex sindaco di Asti Giorgio Galvagno per "danni da lesione alla reputazione". A stabilirlo è stata la sesta sezione civile della Suprema Corte, rigettando il ricorso presentato dalla difesa di Grillo contro la sentenza della Corte d'Appello di Torino. Al centro del processo c'erano alcune "affermazioni" fatte da Grillo durante uno spettacolo, in cui accusava Galvagno di "aver ricevuto indebitamente denaro o altre utilità da smaltimento illegittimo di rifiuti tossici. Nella sentenza depositata oggi dalla Cassazione si ricorda che "uno dei limiti che la satira non può travalicare concerne proprio, come nel caso di specie, l'attribuzione ad altri di un fatto illecito". Essendo pacifico, nel caso ora in discussione, che Grillo attribuiva all'odierno resistente un fatto di rilievo penale che questi 'sicuramente non aveva commesso' ne deriva il rigetto del ricorso in esame". Il "contesto di spettacolo in cui le affermazioni incriminate furono proferite - si legge ancora nella sentenza - non incide su tali conclusioni, essendo, come si evince dalle prove testimoniali espletate, non diversa la valenza delle dichiarazioni di Grillo percepita dagli spettatori". Insomma questa volta il "vaffa" di Beppe non ha fatto centro. E' stato un boomerang. Costoso.