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Il Cav non chiederà la graziaMeglio andare ai servizi sociali

Silvio Berlusconi visto da Benny

Berlusconi entro il 15 ottobre deve presentare la domanda di affido a una struttura dove scontare la pena

Nicoletta Orlandi Posti
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Con i fedelissimi che lo hanno sentito diverse volte nel corso della giornata di ieri Silvio Berlusconi è apparso ancora una volta di umore nero per l'atteggiamento del Partito Democratico: la fretta di arrivare in Aula e votare la mia decadenza è solo una provocazione, si sarebbe lamentato, facendo presente che loro sanno perfettamente che c'è la sentenza di Milano sull'interdizione ma vogliono comunque arrivare prima. Insomma è un Cavaliere per nulla incline a dare ascolto alle colombe la cui linea - comunque - sembrerebbe aver prevalso ieri su quella dei falchi. Ma è da 'falco' la sua ultima reazione: niente grazia, chiederà di scontare la condanna ai servizi sociali. Secondo quanto scrive il Giornale, durante il summit a Villa San Martino con gli avvocati si è convinto che questa sia la scelta migliore. Anche perché chiedere un atto di clemenza a Napolitano implicherebbe l'accettazione della condanna e l'ammissione della giustezza della condanna: cosa che lui non intende fare.  Domiciliari no - E così si sarebbe optato per i servizi sociali piuttosto che i domiciliari ad Arcore. Il perché è presto detto: la detenzione per quanto dorata non gli darebbe modo di continuare a fare il leader del centro destra e dunque tenere riunioni e incontri (potrà incontrare solo chi risiede in quella casa e anche i figli ogni volta dovrebbero fare richiesta al giudice per andarlo a trovare). Molto meglio i servizi sociali: sarebbe libero di continuare a fare la vita di prima e magari utilizzare il posto di "lavoro" come tribuna e catalizzatore mediatico. Il problema sta nel vedere se i giudici autorizzerano questo affidamento: non è per nulla scontato ("mi aspetto di tutto", avrebbe detto Berlusconi). Il tempo comunque stringe: la domanda per poter scontare la pena con i servizi sociali deve essere fatta entro il 15 ottobre, dopodiché arriverà la notifica degli arresti domiciliari. In realtà il pressing dei figli affinché presenti domanda di grazia continua e non è detto, secondo il Giornale,  che nelle prossime ore lo scenario cambi ancora. 

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