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Amato, l'incarico alla consulta vale 33mila euro al mese

L'ex ministro e premier incassa anche una pensione da 22mila e un vitalizio da 9mila euro al mese. In tutto fanno 64mila euro al mese

Matteo Legnani
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Non c'è solo la poltrona. Ci sono anche i soldi. E Giuliano Amato, nel corso della sua vita da boiardo di Stato, non si è mai fatto mancare nè le une (poltrone) nè i secondi (lire prima ed euro oggi). L'ennesima poltrona che gli si è infilata sotto le chiappe è quella di giudice della Corte costituzionale, gentilmente offertagli ('prego si accomodi') dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un incarico di prestigio assoluto, che dovrebbe in parte risarcire il caro (carissimo) Giuliano della delusione per aver visto sfumare nella scorsa primavera un (clamoroso) ritorno a Palazzo Chigi. Ma anche una nuova paccata di denari per un uomo che già sguazza nei soldi che nemmeno Paperon de' Paperoni nella famosa piscina di monete d'oro. L'incarico alla Consulta "vale" infatti la bellezza di 403.840 euro (lordi) all'anno, pari a 33.583 euro mensili. Ai quali Amato affianca una pensione da 22mila euro e un vitalizio da 9mila euro al mese. Per un totale di 64mila euro al mese (lordi, per carità). Il nuovo incarico, poi, porta con sè anche 3 assistenti, 3 segretarie, telefonino, computer e auto blu. D'altra parte, a sguazzare tra collaboratori, lacchè e portavoce, Amato è abituato da trent'anni, visto l'infinito elenco di incarichi ufficiali accumulati tra prima e seconda Repubblica: dal 1983 al 1994 è stato deputato Psi, dal 1983 al 1987 sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Bettino Craxi, dal 1987 al 1989 ministro del Tesoro con Goria e De Mita, dal 1992 al 1993 presidente del Consiglio  (ricordate il prelievo straordinario dai conti correnti e la finanziaria da 93mila miliardi di lire?), dal 1992 al 1994 presidente dell'Aspen Institute, dal 1994 al 1997 presidente dell'Antitrust, dal 1998 al 2000 ministro per le Riforme istituzionali e poi del Tesoro con D'Alema, al quale succede come premier tra 2000 e 2001. Dal 2001 al 2006 è stato senatore con l'Ulivo, dal 2006 al 2008 ancora ministro nel governo Prodi, dal 2011 al 2013 guida il comitato per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, dal 2009 è presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Treccani e dal 2012 presidente pure della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Monti gli aveva affidato il compito di studiare un taglio ai costi della politica (capirai, a lui che prende sì tanta pensione). E per non farsi mancare proprio nulla, Giuliano è stato anche conduttore in Rai di "Se una farfalla batte le ali..." (roba da 1% di share o giù di lì). 

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