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Il consiglio delle figlie a mamma Cécile: "Ti tirano banane? Mangiale..."

Cécile Kyenge

I sogni di Maisha e Giulia Grispino: "Anche io voglio fare politica. Per ora ho fatto un provino ad X-Factor"

Ignazio Stagno
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"Ho partecipato ai provini di X Factor, ma mi hanno scartata. Io voglio cantare". Giulia Grispino, la figlia del ministro dell'Integrazione Cècile Kynege si racconta insieme a sua sorella Maisha a Vanity Fair. Giulia 18, anni è più determinata. Ama la musica...ma anche la politica, come sua madre. E tra un pezzo jazz e l'altro sogna ad occhi aperti di fare la carriera di Cècile: "Per ora voglio cantare, ma penso molto alla politica. Non escludo un mio impegno in futuro. Quest'anno volevo propormi come rappresentante di istituto. Ho questo difetto, mi impiccio sempre negli affari degli altri". Insomma la figlia del ministro si prepara al grande salto nella politica. Si sa, con la mamma ministro tutto è più semplice ed è lei stessa ad ammetterlo: "C'è gente che prima non ci parlava nemmeno, e ora viene lì e cerca di attaccare bottone...". Si aprono tante porte per le piccole di casa Kyenge. "Mangia le banane" - Maisha ad esempio pensa alla moda. Lei 20 anni, studia Costume e moda all'università e vuole fare la stylist. Maisha però vede il suo futuro lontano dall'Italia: "Vorrei andare negli Stati Uniti. Lì potrei realizzarmi. In America sono molto più avanti dal punto di vista dell'accettazione dell'altro del diverso. Qui in Italia siamo indietro". E così inevitabilmente le due sorelle Kyenge parlano degli insulti piovuti sulla mamma e le danno un cosiglio: "Quando ti tirano le banane devi mangiarle. Così devi rispondere alle provocazioni". Maisha e Giulia condividono le battaglie della madre: "E' giusto introdurre lo ius soli, ma è anche giusto chiudere i centri di accoglienza".  "Senza biglietto" - Poi le due ragazze raccontano, sempre a Vanity Fair qualche episodio "di razzismo" che le ha colpite nel passato: "Siamo state fermate spesso dai controllori sul bus. Ci chiedevano il biglietto solo a noi. Se invece vedevano una bella ragazza bionda ed era senza il ticket, beh allora facevano finta di nulla. Per noi subito scattavano le minacce per identificarci e portarci in commissariato. Questi episodi ci fanno capire che forse ancora dobbiamo crescere". Infine parlano anche delle parole di Roberto Calderoli che ha definito il ministro come un "orango": "Quando ha saputo dell'epiteto di Calderoli è scoppiata a ridere e noi le abbiamo detto 'mamma tu sei bellissima altro che orango". Al punto che quando è venuta a casa la zia, mamma le ha detto 'benvenuta a casa dell'orango". (I.S.)    

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