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L'antifascista Gad fa una festa. Dove? A Villa Mussolini in Riviera

Gad Lerner

Il giornalista presenta i palinsesti della tv della Feltrinelli nella casa del Duce

Andrea Tempestini
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Gad Lerner l'ha definita una «sfida temeraria» ed evidentemente ha deciso che così doveva essere fin dal giorno della sua presentazione. È forse per questo che il battesimo della nuova tv della Feltrinelli (LaeffeTV, che per la verità è in onda sul canale 50 del digitale terrestre già da qualche mese) si è tenuta in quella che in passato è stata la villa vacanza di uno degli emblemi dell'italica temerarietà: Benito Mussolini.  Proprio così. Gad Lerner, che dalla nuova Tv è direttore del comitato editoriale nonché curatore dell'informazione, per la sua prima uscita ufficiale ha scelto il premio Ilaria Alpi che, giunto alla sua 19ª edizione, si tiene nei giardini di villa Mussolini che, acquistata da donna Rachele nel '34, ospitò le vacanze del Duce per una decina d'anni e che curiosamente anche dopo la caduta del regime non mutò il suo nome nell'originario villa Margherita, ma rimase intitolata ad uno degli uomini politici più discussi della storia italiana. Un chiaro segno del destino per un giornalista, Lerner, che ha passato la vita a fare a pezzi chiunque avesse anche solo sfiorato l'idea che del ventennio fascista non tutto fosse da buttare. Un segno per uno dei campioni della superiorità della sinistra che con le sue tirate ha contribuito (essendo peraltro in buona e nutrita compagnia) a costruire il mito della superiorità progressista rispetto a qualsiasi altra opinione politica.  Per questo piace pensare che alla fine (forse dopo il siluramento subito a La7 per opera del nuovo proprietario, Urbano Cairo, che non ha trovato particolarmente conveniente il rapporto cachet-dati d'ascolto del giornalista) Lerner si sia finalmente deciso a fare pace con la storia di questo disastrato Paese. Anche quella che ha visto il suo acerrimo nemico Benito Mussolini come protagonista e che, a quasi settant'anni di distanza ancora fatica ad essere analizzata col dovuto distacco.   Chissà che Lerner non pensasse proprio a questo mentre, microfono in mano, spiegava agli intervenuti che la sua nuova tv «Cercherà di raccontare il contemporaneo con diversi punti di vista, con approfondimenti, con capacità narrativa e di ricerca». E chissà che questo non sia solo l'anticamera di un'altra pacificazione che per Lerner e quelli come lui sarebbe storica: quella con Silvio Berlusconi, l'odiato Cav. da far fuori con tutti i mezzi, leciti e non.  Al termine di tutto questo, certo, resta il fatto che chi ha scelto villa Mussolini come location (senza nulla togliere al premio dedicato alla giornalista uccisa) ha forse involontariamente giocato uno scherzo di cattivo gusto alla casa editrice Feltrinelli e al suo fondatore Giangiacomo, partigiano nel '44 con il Gruppo di Combattimento Legnano, iscritto al Pci fin dal 1945, morto nel marzo '72 mentre cercava di far saltare in aria un traliccio dell'alta tensione a Segrate. Per commentare la sua attività clandestina, disse un giorno Leo Valiani, «era un uomo che credeva nell'imminenza di una reazione fascista in Italia». Mai avrebbe immaginato che a riportala in auge (si fa per dire) sarebbe stata la presentazione di una televisione che porta il suo cognome, un giornalista dichiaratamente antifascista e la casa vacanze di Benito Mussolini.  Così è la vita, così è la storia. Due cosucce con le quali prima o poi i conti ti tocca farli. Sempre. di Fabio Rubini

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