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Fli, Fini diserta la Festa di Mirabello

La kermesse di Fli è iniziata mercoledì, ma non ci va nessuno. Nemmeno il fondatore del partito, che però non manca a nessuno. E così Storace...

Michele Chicco
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“Ricostruire una nuova destra per immaginare una nuova Italia”. L'intento è ambizioso, ma il risultato pare decisamente al di sotto delle aspettative. La tradizionale Festa Tricolore a Mirabello è partita ieri, mercoledì 4 settembre, avvolta nel silenzio. Ad organizzare inviti e appuntamenti è stato il reggente di Futuro e Libertà, Roberto Menia, e pare che la maledizione da “zero virgola” che affligge Fli abbia colpito anche la cinque giorni di lavori in provincia di Ferrara. Da quando, proprio a Mirabello, Gianfranco Fini dichiarò finita l'esperienza del Popolo della Libertà e lanciò il suo partito, quella festa ha perso smalto. Come buona parte della destra italiana.  Passato glorioso - La kermesse di Mirabello è quest'anno alla sua 32esima edizione, ma per la prima volta le sedie attorno al palco rischiano di restare vuote. In passato, invece, l'appeal della Festa Tricolore era tutt'altro: quando Giorgio Almirante infiammava la platea erano tutti lì ad applaudire. In prima fila c'era, all'epoca, un giovane politico per il quale s'ipotizzava un grande futuro: Fini. In questo settembre 2013, invece, è probabile che lui a Mirabello non ci vada nemmeno (“Gli ho parlato e sarà lui a decidere – dice Vittorio Lodi, fondatore dell'evento – per adesso è al 50 e 50”). Ma quello che non stupisce è che Gianfry non manchi a (quasi) nessuno. “A Mirabello – ha detto sempre Lodi – sono ancora tante le persone che vogliono bene a Fini. Ci farebbe piacere averlo tra noi anche solo per un piatto di pasta e un saluto informale”. Per tutto ma non per la politica, insomma, perché il virus da “zero virgola”, devono aver pensato a Mirabello, sarebbe meglio sconfiggerlo. “Non ci sarò” - Chi non ha proprio alcuna intenzione di arrivare a Mirabello e ricordare i tempi che furono è Ignazio La Russa: ''Capisco l'intento degli organizzatori - spiega il leader di Fratelli d'Italia -, ma preferisco declinare l'invito per evitare che la manifestazione risulti involontariamente controproducente”. Come dire, risolvete le questioni interne e poi vediamo che fare. La Russa, poi, sarà concentratissimo sulla sua festa, quella di Atreju, che parte l'undici settembre a Roma. Per una nuova allenza di centrodestra, dice l'ex ministro della Difesa, “penso sia più utile non moltiplicare le iniziative e lasciare che Fratelli d'Italia possa trovare le occasioni per far decollare velocemente un progetto che coinvolga non solo ex esponenti di An”. Lo dice con il massimo rispetto, assicura, “e senza alcun spirito di annessione”. Meglio lasciare che i finiani riflettano da soli, insomma, durante la loro piccola festa.  Eppur si muove - Uno degli ospiti più attesi sul palco ferrarese è, invece, Francesco Storace, leader de La Destra che per primo decise di rompere con Gianfranco Fini. “A destra si muove qualcosa” dice Storace che sarà a Mirabello su invito di Roberto Menia. Storace seppellisce l'ascia di guerra dopo “le ruvidezze degli anni scorsi” perché “ciascuno ha vissuto in maniera diversa il rapporto con la politica del centrodestra negli ultimi anni – ha detto –; ma tutti coltiviamo il sogno di ridare all'Italia una forza politica originale, innovativa, coerente”. Con Roberto Menia e Francesco Storace in testa, parrebbe di capire.  Impalcature - Tra tutti, però, quello più convinto dell'importanza degli incontri è l'attuale leader di Fli, Menia. L'obiettivo della Festa, spiega, è “comporre una nuova destra in grado di immaginare le impalcature future su cui poggiare un'altra Italia”. La Festa Tricolore, proprio per questo, sarà dedicata alla storia e alla rinascita. Una rinascita che appare lunga viste le sedie vuote e il consenso ai minimi. Però vale davvero tutto pur di esorcizzare la maledizione finiana. 

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