Senatori a vita, gli "alti meriti" della Cattaneo: 440° posto tra gli scienziati italiani
Secondo la graduatoria stilata dalla Via-Academy l'esperta di staminali è preceduta anche da altre 45 donne. Sono contati di più le sue preferenze politiche?
Sugli alti meriti scientifici di Elena Cattaneo discuteranno, forse, coloro che assegnano il Premio Nobel, Per ora, l'esperta di cellule staminali si accontenterà della poltrona da neosenatrice assegnatale dal presidente della Repubblica, che le regalerà 232mila euro all'anno. Considerando che la Cattaneo ha 51 anni, un bel gruzzolo. Ma la domanda è: quali sono gli altri "alti meriti" che hanno spinto Giorgio Napolitano a sceglierla per Palazzo Madama? Indietro in classifica - Domanda lecita, visto che a giudicare dalle classifiche di "rendimento" degli scienziati italiani e il loro giudizio all'estero la neosenatrice non spicca granchè. Come riporta Fabrizio De Feo sul Giornale, la graduatoria Top Italian Scientists (Tis) della Via-Academy, legata all'Università di Manchester, la Cattaneo è appena al 66° posto. Senza gli ex aequo, è addirittura 440esima. Davanti a lei, tra l'altro, 45 donne. Certo, si dirà, anche l'altro neosenatore a vita Carlo Rubbia non spicca: è 42esimo. Ma almeno lui il Nobel l'ha già vinto. La classifica tiene in considerazione produttività, impatto delle proprie ricerche e pubblicazioni, citazioni. I criteri "sinistri" - Forse, allora, a colpire il Colle saranno state le citazioni in altri ambiti. Per esempio, quando la Cattaneo si espose pubblicamente contro il divieto di utilizzo delle cellule staminali embrionali deciso dal governo Berlusconi: "Vietare l'uso degli embrioni congelati, così come prevede la legge 40, è sbagliato, anzi è anti-scientifico". Lottò anche per il referendum di abrogazione del 2005, poi fallito. Un impegno che, sussurrano i maligni, non era solo "etico" e "scientifico" ma pure "politico". La Cattaneo non ha mai negato le sue simpatie per il Pd ("Cosa voto? La scienza è un cavallo di battaglia della sinistra", diceva subito dopo la nomina) e nel 2009 votò anche alle primarie del Partito democratico. Criterio probabilmente non preso in considerazione dal Quirinale, ma che ora potrebbe far decisamente comodo in Senato.