Boldrin ha voglia di "Fare"con Renzi e Tosi: "Il futuro sono loro"
Uno dei fondatori del movimento di Giannino è al lavoro per rilanciare il soggetto politico. Saranno in campo già alle amministrative di Trento e Basilicata
“Fare” ci riprova. Sette mesi dopo le Politiche la formazione creata (e affondata) da Oscar Giannino torna in campo. La squadra è stata rivista. Alla guida Michele Boldrin, uno dei fondatori. Annuncia: «Abbiamo il candidato alla Provincia di Trento e stiamo organizzando la candidatura in Basilicata» Chi correrà a Trento? Diego Mosna, imprenditore, presidente della squadra di Pallavolo Femminile e della Lega di Serie A. Sta preparando la lista e ci presenteremo insieme ad un gruppo di liste civiche. In Basilicata siamo a buon punto anche se per riservatezza, non posso rivelare il candidato. Presenze che si contrappongono a questo governo e alla sua maggioranza? Quello di Letta è il governo della chiacchiera. I partiti restano schiavi dei loro pregiudizi identitari mentre sono costretti a convivere per mantenere il potere reale. Le nostre idee, che continuano a riscuotere tanto consenso, sono rimaste lettera morta. Per esempio? I ricchi trattamenti della grande burocrazia. Sono in un convegno ad Aspen a cui partecipano molti dirigenti federali Usa: guadagnano fra la metà e un terzo degli italiani. Ma questo è solo un esempio per dire che, in fondo, in Italia c'è un ceto burocratico e impiegatizio che si oppone al cambiamento. Così come una parte del capitalismo assistito e il mondo delle professioni e del commercio meno aperto alla concorrenza. Idee che appartengono al centro-destra. Ma noi non ne siamo gli eredi. Berlusconi ha fatto l'opposto di quello che aveva promesso coprendosi con retorica e ideologia. Noi vogliamo superare la dialettica fra una sinistra tributaria del sindacato più antico d'Europa e un centro-destra populista. Guardate a Renzi? Renzi di due o tre anni fa sembrava avere una forza anche mediatica per riuscire a imporre delle buone idee attorno alle quali ritrovarsi. Ora spero che abbia il coraggio di uscire dal Pd. Per una nuova forza liberaldemocratica sarebbe un ottimo interlocutore. Come lo sarebbero tanti esponenti di Scelta civica e magari anche qualche rara personalità del Pdl. Per esempio? Ho ascoltato con interesse le cose che diceva Guido Crosetto seppure in maniera un po' confusa. Oppure le posizioni recenti del sindaco leghista di Verona Flavio Tosi. Tuttavia si tratta di uscite timide che rientrano subito. In una lettera ai simpatizzanti sembrava auspicare l' “Uomo della Provvidenza”: fra l'altro era datata 25 luglio. Un ossimoro? Il 25 luglio segna la fine politica dell'Uomo della Provvidenza e, francamente, anche se casuale devo dire la coincidenza è capitata a proposito. Temo l'arrivo di personaggi del genere. All'Italia che lavora e produce non hanno mai portato fortuna. Per i tempi più recenti penso a Berlusconi, ma anche a Craxi, Bossi, Di Pietro. In fondo lo stesso Giannino con Fare. Non vogliamo uomini soli al comando. Lavoriamo per costruire una squadra. di Nino Sunseri