Tosi candidato leader del centro destra. Magari in ticket con la Meloni
Il sindaco di Verona crea una fondazione e pensa alle primarie: "Rappresento il buon governo"
Da qualche settimana Flavio Tosi, 44 anni e sindaco di Verona, sta lavorando in silenzio a un progetto grande, importante, storico: candidarsi a premier per il centrodestra. Aveva già accarezzato l'idea nell'autunno scorso, prima che Silvio Berlusconi facesse il patto con Roberto Maroni. Ma adesso sembra la volta buona. È partito piano, ma a settembre calerà le carte sul tavolo. Ha creato una fondazione, una sorta di Lista Tosi allargata, che avrà il compito di buttar giù il programma per guidare l'Italia. Gli obiettivi, vista la provenienza di Tosi, sono quasi intuibili: abbassare le tasse, ridurre la spesa pubblica, riformare la pubblica amministrazione e la giustizia, oltre a una spolverata di federalismo. A coordinare la fondazione c'è Fabio Venturi, giovane fidato del sindaco e attuale vicepresidente della Provincia di Verona, e per la campagna comunicativa Flavio si è affidato a un altro veronese, ovvero Marco Benatti, patron di Fullsix. Il progetto sembra un'utopia, se si pensa a quello che sta succedendo intorno alla figura del Cavaliere. Eppure Tosi ci crede e da settembre premerà il piede sull'acceleratore. Sindaco, sarà contento ora che Marina ha detto no, ci sarà più spazio per lei... «Beh, se scendesse in campo, com'è legittimo che sia, la cosa più opportuna sarebbe che si candidasse alle primarie. E tra l'altro sono convinto che avrebbe ottime chanche di vincere. Il cognome pesa non poco. Sarebbe anzi una competizione di un livello ancora più alto». Non ha paura, ormai è deciso a candidarsi... «Sarò in campo se ci saranno le primarie. Non vedo perché la Lega debba essere esclusa dalla competizione...». Ma come fa la Lega, che di secondo nome fa Nord, a puntare a tutta Italia? «Non è più un fatto partitico, ma di persone. È finita l'epoca di scegliere i nomi col manuale Cencelli. Faccio un esempio che conosco bene: io sono sindaco di Verona, anche se la Lega non è il partito più forte... Ormai gli elettori vogliono un confronto tra persone. Le candidature sono trasversali... Da sei anni sono sindaco e mi onoro di rappresentare tutti, stesso discorso se dovessi essere premier. Non dimentichiamo che prima delle ultime elezioni c'era parecchia gente di centrodestra che avrebbe votato Renzi, un esponente del Pd». E i voti al Sud, come pensa di raccoglierli? «Ripeto, se la scelta è sulle persone, immodestamente posso dire di rappresentare una buona amministrazione e buon governo. Punto su questo». Prima ha nominato il sindaco di Firenze. Lei quindi si vuole presentare come l'anti Renzi? «Ovviamente no, ma ci sono due aspetti che ci accomunano. Siamo vicini dal punto di vista generazionale e poi siamo due sindaci, un valore giudicato positivo dai cittadini. Inoltre scendo in campo perché Verona è la città più grande amministrata dal centrodestra». Ieri sul «Corriere del Veneto», Alfredo Meocci, suo ex vice sindaco ed ex direttore generale della Rai, ha ipotizzato un ticket Tosi-Meloni... «Con Giorgia ho un buon rapporto, vado sempre alla festa di Atreyu... Meocci fa un ragionamento geografico e generazionale che ci sta». Scusi, ma fin qua stiamo facendo i conti senza l'oste Berlusconi. Senza grazia il Cavaliere dovrà scontare la condanna, con la minaccia di costringere Napolitano a sciogliere le Camere e andare al voto anticipato... «Se nel centrosinistra il candidato sarà Renzi, e non vedo altri nomi possibili, dubito che Berlusconi si candidi contro Renzi: quest'inverno decise di ripresentarsi solo quando ci fu l'ufficialità della candidatura di Bersani...». Per lei è meglio andare a votare subito o più in là possibile? «Ci sono due cose da valutare. Intanto ci vorrebbe una nuova legge elettorale, per non rischiare di ritrovarsi con lo stesso risultato del febbraio scorso. E poi c'è da vedere cosa fa Letta. Se realizzerà cose concrete, il Paese non ha interesse ad andare a votare, altrimenti è meglio andare alle elezioni e cambiare governo». Torniamo alla sua fondazione: è un superamento della Lega, il famoso partito modello Csu Bavarese? «Assolutamente no. È uno strumento per lanciare un progetto e per chiedere adesione sul programma. E poi nel Pd il candidato è anche segretario, nel Pdl il candidato è anche capo del partito, non vedo perché io non possa essere candidato premier e segretario della Liga Veneta». Ci racconti un po' della fondazione... «In giro si è seminato, in questo momento tutti parlano con tutti, anche fra gli schieramenti. Col sito che stiamo realizzando cerchiamo di raccogliere fondi, mentre la struttura sarà snella, veloce, concreta». Quando si parte? «A settembre facciamo il punto e lanciamo la convention che si terrà dopo poche settimane». di Giuliano Zulin