Il Vaticano prova a disinnescarei tweet-bomba della signora Ior
Dall'account della «saggia» nominata da Francesco partiti messaggi come «Bertone corrotto»; «Ratzinger ha la leucemia». «Tremonti gay». Poi rimossi
Chi conosce Francesca Immacolata Chaouqui la definisce un po' aggressiva. In realtà, più che attaccare, è lei stessa a essere finita sotto assedio, almeno da quando Papa Francesco, il 19 luglio scorso, l'ha nominata, unica donna e unica italiana, nella commissione sulla riforma finanziaria del Vaticano. Trentenne calabrese, di San Sosti, nel Cosentino, sposata felicemente, fino a pochi mesi fa si occupava prevalentemente di relazioni esterne e comunicazione presso Ernst&Young. Ma per chi, come lei, si professa seguace del cammino spirituale ispirato dal fondatore dell'Opus Dei, san Josémaria Escrivá de Balaguer, la santificazione nel lavoro è un cardine della vita professionale come di quella ecclesiale. Nel suo caso si adattano alla perfezione le parole pronunciate da Gesù nel Vangelo di Matteo: «Il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono». I contrasti non mancano, per una donna descritta come una che ce la sta mettendo tutta e che darebbe la vita piuttosto di tradire il Papa. Suo malgrado, perché ora ha dovuto affidare la tutela della propria onorabilità agli avvocati. Prima che lo cancellasse, in effetti, sul suo profilo Twitter, comparivano frasi imbarazzanti, riportate ieri dal Giornale, tipo: «Il Papa ha la leucemia», postato il 28 febbraio 2012 a proposito di Benedetto XVI, con una ripresa il giorno successivo: «Confermo: il Papa è affetto da leucemia da oltre un anno. Dagospia ha ragione». Non mancavano nemmeno incursioni sul cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, definito un «corrotto» perché «pare ci sia di mezzo l'archivio segreto e un'azienda veneta». Ne erano usciti altri, dalla presunta innocenza del «Corvo» al giudizio positivo sull'operato di Ettore Gotti Tedeschi allo Ior. L'11 febbraio scorso, data della rinuncia di Benedetto XVI, si leggeva: «Ha vinto Bertone. Ero convinta che non lo avrebbe fatto e invece ha mollato. Da credente sono semplicemente delusa». Poco prima, erano comparse accuse ben più gravi: «Tremonti aveva il conto allo Ior. Ufficializzato che è gay gliel'hanno chiuso». Ora, è ancora da chiarire se li avesse scritti lei oppure qualcuno che si spacciava per lei. Non sarebbe il primo episodio di contraffazione. Era già accaduto, pochi mesi fa, proprio ai danni di un diplomatico della Santa Sede. Sfruttandone il nome, qualcuno aveva tentato di vendere biglietti (peraltro gratuiti) per le messe e le udienze papali e nel frattempo fingeva di raccogliere fondi destinati ai bambini del Terzo Mondo. Nel caso attuale, fra l'altro, si tratta di toccare gli interessi di varie lobby e di risistemare le finanze della Chiesa e pare che si stia davvero arrivando al dunque, dopo le dimissioni di alcuni dirigenti dello Ior, l'arresto e le rogatorie internazionali su mons. Nunzio Scarano («Non è la beata Imelda», lo aveva liquidato il Papa) e con il recente Motu proprio pontificio contro il riciclaggio di denaro. Che, dopo il terremoto, vi sia qualche scossa d'assestamento, è più che naturale. L'ipotesi che si fa nei Sacri Palazzi è che stiano muovendosi contro di lei, giovane e donna, ambienti che prima contavano e ora forse non sono più tanto potenti. Perciò, in Vaticano, hanno deciso di non battere ciglio per l'incidente. In fondo, tutto risale a un periodo precedente la nomina pontificia. E a stabilire la linea di difesa sarebbe intervenuto ieri anche un colloquio fra il direttore della Sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, e la stessa Chaouqui. Di dimissioni non se ne parla nemmeno. Tutti sono sereni e tranquilli. Compresa la protagonista, che non rilascia dichiarazioni, ma a Libero si limita a commentare: «Sono serena, le polemiche non mi coinvolgono e mi sto prendendo un periodo di riposo e studio nella tranquillità del mio paese d'origine prima di ritornare a lavorare». Andrea Morigi