Cerca
Cerca
+

Proto su Twitter, record di insulti contro Barbacetto & Co.

L'imprenditore, già in trattativa per Pubblico di Telese, scatenato contro la firma del Fatto e mezza stampa italiana: "Loro mi danno del truffatore e io non posso dargli dei co...?". E poi via alla raffica di improperi

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

"Non capisco perché un giornalista possa darmi del truffatore e io non possa dargli del coglione. Sono sempre pareri, fino a prova contraria". Così scrive qualche ora fa su Twitter Alessandro Proto, l'irascibile imprenditore e mancato editore di Pubblico, il quotidiano diretto da Luca Telese e chiuso dopo appena 3 mesi. In effetti, basta scorrere il suo wall negli ultimi due giorni per capire che Proto le cose ai giornalisti non le manda a dire. Praticamente, il record mondiale di insulti. Sia attraverso cinguettii sia attraverso lettera. Emblematica, a tal proposito, quella spedita al giornalista del Fatto quotidiano Gianni Barbacetto che aveva parlato dei suoi guai con la giustizia ("Caro Barbacetto dei miei coglioni, mi dia qualche settimana e mi compro il giornale e la metto a pulire i cessi"). Ma è su Twitter che Proto si esalta, alla media di un tweet (di fuoco) all'ora o anche meno. E nel mirino, negli ultimi due giorni, ci sono finiti tutti: Barbacetto, Gatti e Chiellino del Sole 24 Ore, i cronisti economici di Milano Finanza, Corriere della Sera, Repubblica, Roberto D'Agostino di Dagospia. Tutti rei, ancora una volta, di aver scritto articolo poco lusinghieri sul suo conto. Di averlo cercato quando era in auge, di avergli chiesto notizie. E ora, di averlo scaricato e massacrato, una volta finito nei guai con la giustizia. Barbacetto nel mirino - Di Barbacetto, per esempio, scrive con un pizzico d'ironia: "Quando inizierà a seguirmi vi avviso. Vuol dire che avrò al massimo 3 giorni prima di ritornare dentro". E poi se la prende con il proprio ufficio stampa, che non l'ha "difeso da tutta quella merda". Il problema è che Proto ora non è più in carcere, e il "finanziere da strada" ("Non sono un fighetto alla Arpe o alla Nagel") ha ripreso in mano la tastiera e twitta come se non ci fosse un domani. "Vi insegno una cosa, ragazzini. Quando scrivete merda contro qualcuno solo per farvi pubblicità - avvisa ancora i giornalisti - assicuratevi che quel qualcuno rimanga in carcere". Giornalisti, anzi "giornalai" con "alle spalle anni di professione e leccate". Di come funziona l'informazione economico-finanziaria in Italia, giura, parlerà "al processo". Per il momento, si accontenta di rispondere a qualche contestatore indirettamente, senza retwittarlo, ma con garbo: "Non ti mando a fare in culo comunque. Io dico quel cazzo che voglio forse non ti è chiaro coglione". Il mittente, però, pare abbastanza chiaro: che sia proprio Barbacetto, che poco dopo twitta: "Il nullatenente/nullafacente Proto ha ripreso a giocare. Tweet allusivi, email false. Ci sarà ancora qualcuno che lo prenderà sul serio?". "Non cado più nella trappola di Barbacetto. Che offende per essere insultato. L'ho fatto una volta l'ho pagata cara. Ora penso mentre eiacula". Cinguettio enigmatico, non c'è che dire. "Ce l'ho con tanti giornalisti" - Al telefono con Liberoquotidiano.it, Proto corregge (parzialmente) il tiro. "Io non ce l'ho con Barbacetto, sinceramente non penso mai a lui. Ma quando mi insulta reagisco...". Quel tweet anonimo "era riferito a tutti i giornalisti economico-finanziari italiani, non solo a Barbacetto. E' stato lui, però, che ha scritto di me parlando di nullatenente/nullafacente. Io comunque di problemi non ne ho. Quando voglio fare un nome, lo faccio". E li farà anche davanti al giudice, quando sarà chiamato a rispondere delle accuse di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. "Voglio chiamare come testimoni tanti giornalisti. Dovranno spiegare perché scrivevano determinate cose, spesso anche lusinghiere su di me, senza verificare le notizie. Il gip di Milano aveva rigettato la richiesta di patteggiamento avanzata dalla sua difesa: "Meglio così, avrò qualche sassolino dalle scarpe da togliermi". Non solo su Barbacetto.  di Claudio Brigliadori

Dai blog