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Guerra tra De Bortoli e Mauro:il Corsera "tifa" per LettaRepubblica vuole la sua testa

Ferruccio De Bortoli ed Ezio Mauro

Fuoco incrociato tra i due quotidiani. Ferruccio prende carta e penna e difende il premier. Il debenedettino orchestra l'attacco in grande stile all'esecutivo

Andrea Tempestini
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Si radicalizza, tra le righe, lo scontro tra Il Corriere della Sera e Repubblica. Lo scontro tra chi sostiene il governo Letta (il quotidiano di Via Solferino) e chi, invece, ne auspica la caduta (il giornale diretto da Ezio Mauro). Repubblica, da qualche settimana, si è convertita al "renzismo" più spinto: sostiene le battaglie del sindaco di Firenze che, nonostante le smentite, ha un obiettivo in cima all'agenda: sabotare le larghe intese.  Repubblica delle toghe - L'attacco di Ezio Mauro e dei suoi si è fatto ancora più esplicito oggi, martedì 24 luglio. L'apertura dell'edizione cartacea recita: "Voto di scambio, la rivolta dei pm". La cavillosa questione riguarda il nuovo articolo 416-ter del codice penale sul voto di scambio, appunto. Secondo il quotidiano di De Benedetti la modifica che verrà approvata oggi in commissione Giustizia al Senato in sede deliberante (ovvero sarà subito legge) "rende impossibili le inchieste" e mette "a rischio i processi per mafia".  Lavoro ai fianchi - L'articolo - in cui si insiste sul "compromesso, già siglato alla Camera una settimana fa, tra Pdl, Pd e Scelta Civica - viene corredato da una grossa fotografia del premier Enrico Letta, quasi a ricordare chi è il bersaglio. Secondo Repubblica l'abbassamento di pena previsto (da 12 a 10 anni) e la sostituzione di alcuni termini nel comma, come detto, renderebbero impossibili i processi per mafia. Il quotidiano sposa la battaglia dei pm e ha come obiettivo finale quello di colpire l'esecutivo delle larghe intese. La caccia - da tempo - è aperta. Il tutto - solo restringere il perimetro all'edizione di oggi - viene condito dalla penna di Roberto Saviano ("Una riforma che solleva molti dubbi e potrebbe salvare Cosentino") e da una doppia paginata sul caso Shalabayeva con cui continua il lavorio ai fiachi dell'esecutivo. Forza Letta - In parallelo è curioso notare come al Corriere della Sera decida di prendere carta e penna il direttore, Ferruccio De Bortoli, i cui articoli si contano sulle dita di una mano. L'attacco del commento, scritto proprio nel giorno dell'affondo di Repubblica, è eloquente: "A quasi cento giorni dal suo insediamento, il governo Letta è tanto fragile quanto necessario". Secondo il direttore "la strada imboccata è giusta, ci vorrebbe un po' di coraggio nel tagliare le spese per abbassare le tasse". De Bortoli non perde poi l'occasione per lodare Mario Monti: "Le troppe critiche offuscano i non pochi meriti. L'Italia, grazie al suo governo, ha evitato la catastrofe alla fine del 2011". L'anniversario - Nel suo editoriale, De Bortoli parla poi di un "anniversario", quello del "5 agosto 2011, quando il governo Berlusconi ricevette la contestata lettera della Bce". Secondo il direttore, la missiva "rappresenta un ultimo atto di fiducia" per un'Italia sull'orlo del baratro. "Oggi, per fortuna - continua -, il Paese è uscito da una procedura di deficit eccessivo. E' tornato tra i membri più virtuosi (...). Ma non può assolutamente rivelarsi, ancora una volta, né instabile né inaffidabile. Deve proseguire lungo il sentiero della crescita e della creazione del lavoro". Per inciso, sempre dalla prima pagina di Repubblica, è proprio Ezio Mauro a rispondere. In un articolo in cui invoca l'abolizione del porcellum, il direttore debenedettino verga parole al vetriolo contro il governo: "Sembra quasi che si sia rinunciato alla politica come strumento-guida di un sistema-disordinato". E ancora: "Le elezioni con due sconfitti (Pd e Pdl) (...) hanno imballato il Parlamento". "Il governo di neccessità che è nato da questo quadro disperato porta con sé tutte le contraddizioni della fase". Chiaro il pensiero di Mauro sull'esecutivo delle larghe intese: da archiviare. Altrettanto chiaro De Bortoli, che chiude così il suo editoriale: "L'anniversario del 5 agosto, che coincide con i cento giorni di Letta, dovrebbe far riflettere governo e forze poltiche sull'estrema fragilità di un Paese con la memoria corta, che mostra ogni giorno al mondo un volto litigioso e inconcludente, così diverso dalla sua pur inquieta laboriosità". E' guerra "di governo", tra Corsera e Repubblica.

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