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Pd, Renzi verso la rinuncia alla corsa alla segreteria

Matteo Renzi

Dopo le polemiche, Matteo rinuncerà alla corsa per la segreteria. E forse anche al partito. Interrotto il tour europeo. La guerra a Letta gli si ritorce contro

Nicoletta Orlandi Posti
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Lo strappo potrebbe andare in onda, diretta tv, questa sera. Matteo Renzi sarà ospite di Enrico Mentana su La7 e dallo studio di Bersaglio mobile potrebbe annunciare la sua rinuncia alla corsa per guidare i democratici e perché no, anche l'addio definitivo al Pd. "A questo punto si tenessero questo partito e perdessero visto che non aspirano ad altro", si sarebbe sfogato Renzi con i suoi secondo il retroscena della Meli sul Corsera. "Così la dai vinta ai vari Letta, Bersani, Epifani", gli avrebbero risposto i fedelissimi nel tentativo di fargli cambiare idea.  Affare kazako - Il sindaco di Firenze da parte sua, fa notare il Giornale, si sente più forte del partito e dall'apparato Pd. O più semplicemente non li sopporta più. Si lamenta sulla Stampa: "Sono stufo di questo fuoco di sbarramento incomprensibile su ogni cosa che faccio. Se non devo partecipare al congresso lo dicano, ma non strumentalizziamo per vicende del Pd una bimba di sei anni che è stata presa dalle forze speciali". "Andare avanti con questo clima di guerriglia permanente è davvero incomprensibile", insiste Renzi. Il rottamatore sta cercando una via d'uscita da questa tenaglia che si stringe sempre di più. Nell'intervista al quotidiano di Torino ripete quanto detto alla vigilia: insiste sull'affaire kazako, chiede la testa di Angelino Alfano, cerca di negare di voler far cadere il governo anche se il suo disegno pare proprio essere questo. Ma la sua corsa verso il "potere", ora, si fa più difficile: perde consensi a destra e il Pd gli si è rivoltato contro con una violenza mai vista prima. Tanto che, come detto, Renzi starebbe meditando l'addio. La voce era già circolata nei mesi scorsi, ma ora pare più attendibile: il sindaco ha provato ad accerchiare largo del Nazareno, ma ne è rimasto accerchiato. Stop al tour europeo - Come detto, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il caso Ablyazov. "A Letta", dice il sindaco di Firenze, "dico 'Vai in aula a dire la tua'. Non mi metto a fare il capofila di quelli che vogliono le elezioni o il capofila degli altri. Facciamo un punto di forza di questa vicenda, che ora è un punto di debolezza". Ma, prosegue, "è vergognoso che per tutto il pomeriggio almeno una trentina di deputati del Pdl, Giovanardi in testa, abbiano fatto dichiarazioni contro di me, e anche una decina del Pd". Poi Renzi parla delle polemiche sul suo incontro con la cancelliera tedesca Angela Merkel e precisa che l'iniziativa di "incontri internazionali" era stata incoraggiata dallo stesso Enrico Letta. Ma ora il tour europeo non proseguirà: "Mi sono stancato - si lamenta con la Stampa il sindaco -, non credo che continuerò questo giro. Sono veramente amareggiato e anche deluso dell'atteggiamento del gruppo dirigente del mio partito, che non perde occasione per aprire una polemica con me".  Più debole - Fa la vittima Renzi, ma vittima non è. Vuole andare a Palazzo Chigi costi quel costi e questo è il momento buono per la sua corsa: andare alle elezioni oggi sarebbe, nei suoi calcoli, vincente: intercetterebbe i voti di quanti nel partito e fuori sono contrari al governo delle larghe intese. Ecco allora che nel suo mirino c'è Letta e il suo governo. Renzi ha capito che colpire Alfano per il caso kazako può far saltare tutto, governo e Pd. E lo sta facendo: "A guardare i giornali dell'ultima settimana", dice Renzi, "sembra che abbia attentato alla vita del governo almeno quattro volte. C'è un limite a tutto". Vero. Ma è vero anche che, paradossalmente, Renzi è molto più debole di pima.

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