Fonsai, arrestata tutta la famiglia Ligresti
L'accusa della procura di Torino è di aver alterato il bilancio della società, per poi comunicare ai mercati notizie false facendo alzare il prezzo delle sue azioni
Quattro componenti della famiglia Ligresti - Ionella, Giulia Maria, Paolo Gioacchino e Salvatore - sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza di Torino nell'inchiesta su Fonsai. Tutti e quattro erano già indagati nell'inchiesta coordinata dai procuratori torinesi Vittorio Nessi e Marco Gianoglio che ipotizzava da parte dei vertici di Fonsai di aver "truccato" la voce destinata alla cosiddetta riserva sinistri alterando tra il 2008 e il 2010 il bilancio della società, per poi comunicare ai mercati notizie false sul bilancio dell'azienda quotata in borsa, alterando il prezzo delle sue azioni. Le manette sono scattate anche per Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, ex amministratori delegati di Fonsai, e Antonio Talarico, ex vicepresidente della società. Salvatore Ligresti, ex presidente onorario di Fonsai, ha avuto gli arresti domiciliari, mentre per i tre figli e per gli altri tre arrestati è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Sulle attività di Fonsai, oltre all' inchiesta della magistratura di Torino che ha determinato oggi gli arresti, è in corso un'altra inchiesta della procura di Milano sulla scalata al gruppo che vede il costruttore siciliano, i suoi figli e l'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, accusati di ostacolo agli organi di vigilanza per il presunto patto occulto tra Mediobanca e la sua famiglia. Crollo in Borsa - Dopo gli ordini di custodia per falso in bilancio che hanno colpito gli ex amministratori e la famiglia Ligresti il titolo Fonsai cede in Borsa. Il valore delle azioni, dopo poco più di mezz'ora dall'avvio delle contrattazioni, è in calo dell'1,68% a 1,34 euro contro l'1,38 dell'apertura. Tiene invece Unipol che guadagna lo 0,65%. L'inchiesta - Avviata per l'ipotesi di falso in bilancio e ostacolo all'attività di vigilanza relativamente al quadriennio 2008-11, l'inchiesta della procura di Torino su Fonsai si era ampliata lo scorso febbraio con l'aggiunta dell'ipotesi di infedeltà patrimoniale dopo la presentazione di numerose querele da parte degli azionisti. La guardia di finanza aveva perquisito più volte le sedi del gruppo sparse sul territorio italiano e sequestrato numerosi supporti informatici che è stato analizzato nel corso degli ultimi mesi. Nel maggio scorso, nell'ambito della stessa inchiesta, furono notificati 14 avvisi di garanzia, di cui era stato destinatario, tra gli altri, anche Vincenzo La Russa, fratello di Ignazio La Russa. Il buco di 800 milioni si riferisce alle riserve sinistri che Fonsai aveva contabilizzato nel bilancio 2010, poi utilizzato per predisporre l'aumento di capitale del 2011.