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Pecorella: "L'Aventino del Pdl? Solo una scusa per far cadere il governo"

In un'intervista a La Stampa spiega: "Quello della Cassazione è stato un passaggio tecnico. L'obiettivo è fare pressione sui giudici"

Sebastiano Solano
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 Gaetano Pecorella, ex-legale di Silvio Berlusconi ed ex-parlamentare del Pdl sempre più distante dagli azzurri e da Berlusconi. In un'intervista a La Stampa boccia la linea dura tenuta dal Pdl dopo la decisione della Cassazione di anticipare a fine luglio il verdetto del processo Mediaset.  Ogni scusa è buona per fare la guerra... - Dichiara al quotidiano torinese: "Se uno vuole fare la guerra, le ragioni si trovano anche in un filo d'erba. La Cassazione ha semplicemente applicato la legge, trasferendo la trattazione alla sessione feriale perché c'era un rischio di prescrizione. Tutto qui". Insomma, sostiene Pecorella, la minaccia di un "Aventino" parlamentare è tutta una scusa. Un cavallo di troia dietro cui si nasconde la volontà di far cadere l'esecutivo guidato da Enrico Letta. Spiega l'ex avvocato del Cav: "Se si rischia una prescrizione nei 45 giorni successivi alla fine del periodo feriale, che termina il 15 settembre, la Cassazione è tenuta ad accelerare la trattazione della causa e ad affidarla alla sezione feriale. È un passaggio tecnico". Poi lancia un affondo a tutto il Pdl: "Che cosa c'entri qui il Parlamento, che è un organo sovrano e primario dello Stato, francamente non lo capisco. Né che cosa c'entri il governo, peraltro. Per dirla tutta, mi pare una modesta scusa per attaccare il governo da parte di chi, nel centrodestra, non l'ha mai digerito". Vogliono far cadere il governo e pressare i giudici - Ma perché il centrodestra dovrebbe volere la caduta del governo? Pecorella prosegue poi ribadendo che i politici non c'entrano con una decisione, quella della Cassazione, di ordine procedurale. Poi scaglia una stilettata: "A meno che qualcuno non abbia fatto il seguente calcolo: se facciamo così tanta cagnara su un passaggio in fondo inoffensivo come la fissazione dell'udienza, figurarsi nel caso di un'eventuale sentenza di condanna. Un modo di fare pressioni sui giudici". Cioè, quella del Pdl sarebbe solo una mossa per influenzare il giudizio della Corte. Una strategia difensiva sbagliata, sostiene Percorella, che nei giorni scorsi non ha mancato di criticare aspramente il lavoro di Niccolò Ghedini. Ed è ancora lui, Ghedini, seppur indirettamente, il bersaglio di Pecorella: "È la stessa logica, in fondo, di chi organizza le manifestazioni di piazza davanti ai tribunali. Logica che a Berlusconi fa più male che bene, secondo me. Ma tant'è". 

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