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Ruby, Ferrara in piazza Farnese: "Essere Berlusconi non è reato"

Giuliano Ferrara a piazza Farnese

La manifestazione dell'Elefantino a Roma in difesa del Cav: "Essere Berlusconi non è reato. Evviva la giustizia, abbasso le toghe talebane"

Andrea Tempestini
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Una pièce teatrale, un'arringa che si divide a metà tra "odio" e "amore", tra l'attacco alle toghe "talebane" del tribunale di Milano, "la nuova Teheran", e la difesa di Silvio Berlusconi, condannato all'"ergastolo politico". Una giornata da leone, ventiquattro ore da prima pagina per Giuliano Ferrara: prima la clip, già virale in rete, in cui si applica un rossetto rosso sulle labbra per lanciare il raduno romano, "Siamo tutti puttane". Poi il ritrovo in Piazza Farnese, dove qualche centinaio di persone lo aspettava per la manifestazione organizzata da il direttore de Il Foglio contro l'"ingiustizia puritana". Sul palco, alle spalle dell'Elefantino, un cartonato del Cavaliere e la sagoma di Hosni Mubarak, nome ricorrente, quello dell'ex rais egiziano, nel processo Ruby. Tra la folla, i vari Galan, Verdini, Ronchi, Capezzone, la Santanchè (che ha brevemente parlato dal palco) e anche la Polverini.   L'arringa di Ferrara: "Siamo tutti puttane" Guarda il video su Liberotv   "Essere Silvio non è reato" - Ferrara urla, sbotta, s'arrabbia, punta il dito, parla per mezz'ora. Il rossetto è ancora sulle labbra. Sguaina la sciabola e combatte per difendere Silvio: "La generosità di Berlusconi è immensa - grida -. Berlusconi è generoso. La generosità non può essere un capo di accusa. Essere Berlusconi non è un reato", continua in un crescendo. L'Elefantino parla della sentenza del pool meneghino - sette anni di carcere e interdizione a vita dai pubblici uffici -, ne sottolinea le incongruenze: "Mancano i concussi, nessuno si è mai dichiarato tale. Manca la prostituta. Ruby non ha mai detto di aver subìto alcun danno. Non c'è parte lesa". Poi torna sul titolo della manifestazione, "Siamo tutti puttane", e spiega: "E' uno slogan evangelico".  "Stato di polizia" - "Non siamo indignati permanenti, siamo scontenti. La nostra è una protesta civile - arringava Ferrara -. Berlusconi non è un santo. Ma è stato sottoposto a indagine da stato di polizia. C'è stata campagna mediatica contro di lui, per incastrarlo per i suoi presunti amorini". La piazza si accende quando l'Elefantino urla nel microfono: "Non potete trasformare in reato un comportamento che onora lo spirito italiano, brutti puritani che non siete altro. Berlusconi è un outsider, non piace a certi poteri che vogliono eliminarlo. Non riuscendo a sconfiggerlo politicamente hanno cercato di farlo fuori in modi extra politici. Hanno trovato un tribunale talebano per farlo fuori". "Gli fa onore..." - Il climax continua, l'ascesa è vertiginosa. Ferrara si concentra sulla telefonata in questura, quella che avrebbe concretato la concussione. Spiega che un uomo di sinistra avrebbe scaricato il compito a un funzionario di partito. Si spende nell'imitazione con accento siculo di un ipotetico concussore che preme per il rilascio di Karima. Quindi, con accento milanesissimo, si figura la telefonata che invece ha compiuto Berlusconi. E spara: "Gli fa onore aver telefonato personalmente. Gli fa onore come uomo, come politico, come italiano...e volendo anche come puttaniere", grida. L'Elefantino difende la condotta dell'ex premier, sottolinea come sia rimasto "fregato" per la sua ingenuità, rimarca come soltanto Berlusconi avrebbe potuto telefonare in prima persona. "Saremo 3, oppure 30, oppre 300, oppure 3mila - grida -. Fa lo stesso. Viva la giustizia, abbasso i puritani in toga". Trova anche il tempo per promuovere le magliette "Siamo tutti puttane": "Sono molto belle, costano 10 euro...". C'è la pascale - Ferrara alla manifestazione aveva invitato le Olgettine, che però non si sono presentate. A sorpresa, però, ecco che compare Francesca Pascale, la fidanzata del Cavaliere. Anche lei sale sul palco. Anche lei punta il dito contro la magistratura che vuole "far fuori" Berlusconi. "Non c'è giustizia in Italia - scandisce le parole -. Sono offesa da una magistratura malata". Lei si sente una puttana?, la provocavano i giornalisti sotto al palco, giocando sul nome dell'iniziativa. E lei taglia corto: "Io non mi sento una puttana. E non lo è nemmeno Ruby". Una piccola follia, quella organizzata da Ferrara. Una manifestazione surreale, partendo dal rossetto, passando per le sue frasi e fino ad arrivare alla Pascale. Una difesa accorata di Silvio Berlusconi, oggi più che mai a rischio "estinzione" per l'attacco frontale delle toghe.

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