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Dà dei "razzistini" a noi di Libero. Ma chi discrimina sono lui e La Stampa

Massimo Gramellini

Il caso della Kyenge contromano in auto blu e il precedente di Renata Polverini

Andrea Tempestini
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Ieri sulla prima pagina della Stampa il vicedirettore Massimo Gramellini ha dato a noi di Libero (senza nominarci, secondo il vezzo mafiosetto degli opinionisti soi-disant progressisti) dei razzisti. Anzi, dei «razzistini», infelice neologismo coniato lì per lì da Gramellini,  sempre più in difficoltà  a mettere insieme i suoi pensierini quotidiani: 1.600 battute cinque volte la settimana che, assieme alle comparsate nella trasmissione di Fabio Fazio, pare giustifichino il suo stipendio. Dunque, noi saremmo dei «razzistini» perché l'altro giorno abbiamo stigmatizzato («sbertucciato», secondo il suo elegante frasario) il fatto che la ministra Cécile Kyenge sia sfrecciata a bordo di auto blu e con ben due vetture di scorta contromano in una stretta via di Milano. (...) Sul quotidiano in edicola sabato 15 giugno, il vicedirettore di Libero, Massimo De Manzoni, risponde all'omologo de La Stampa, Massimo Gramellini, che ci ha accusato di essere "razzistini" per il caso della Kyenge, colta in contromano su un auto blu. Peccato però che chi discrimina sia proprio La Stampa, che al caso Kyenge ha dedicato uno spazio quasi nullo rispetto a quello che dedicò all'analogo caso che coinvolse Renata Polverini. Un caso, quella della Polverini, che su Libero trovò ampio spazio. Chi è il razzista? Leggi la risposta di De' Manzoni a Gramellini su Libero di sabato 15 giugno

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