La moglie di Veronesi: "Mi confessò di avere un altro figlio"
La rivelazione ne "Il cuore, se potesse pensare", il libro autobiografico di Sultana Ranzon: "Però mi ha sempre sostenuto nei momenti difficili"
Si chiama Il cuore, se potesse pensare. E' il libro autobiografico di Sultana Ranzon, moglie di Umberto Veronesi, in cui racconta i suoi 81 anni scanditi da tragedie e felicità. Sultana spiega di aver scritto "per i figli e i nipoti, prima che l'oblio e la morte ricoprano di un velo polveroso i pensieri e le esperienze di una vita". Una vita, lei ebrea, in cui è stata anche nel campo di concentramento di Bergen Belsen. Poi Milano, la povertà, le malattie, la laurea e quindi il grande amore, l'oncologo Umberto Veronesi. "Mi sentiì gelare" - Proprio sul marito, la Ranzon si lascia andare a una confessione. Sulla sua infedeltà. "In macchina Umberto disse improvvisamente: Ti devo fare una confessione. Guardando fisso la strada: Ho un altro figlio di quattro anni. Mi sentiì gelare". Sultana, però, comunque dice che "devo ringraziare con amore e riconoscenza mio marito, che mi ha sempre sostenuto nei momenti difficili. Le sofferenze che mi ha inflitto, involontariamente o volutamente, devo considerale, a posteriori, come il sale che ha dato sapore alla mia vita". L'altra versione - Quindi una seconda rivelazione, consegnata a Stefano Jesurum che la ha intervistata per Io Donna: "Questa che lei ha letto è la seconda versione del libro... La prima l'ho ritirata dalle librerie, era già stampata. C'erano episodi, dettagli... non volevo entrare nella vita di altre famiglie o di altre persone, non volevo ferirli". E ancora, sul marito: "Come l'ha presa? Ma via, erano cose risapute! Sì, è vero, all'inizio un po' si è offeso, però queste pagine non sono che un elogio alla sua personalità, alle sue qualità".