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Con Silvio era amore vero"Il grande cuore della Minetti"

Dal San Raffaele alle cene di Arcore, la romantica storia del corteggiamento tra la Minetti e il Cavaliere

Selvaggia Lucarelli
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Fermi tutti. Finalmente, dopo mesi di deposizioni improbabili, di testimonianze surreali e di teste capaci di rinnegare la propria parola,  la propria madre e il proprio segno zodiacale, siamo arrivati a una verità. Siamo arrivati a conoscere l'oscuro significato racchiuso in quelle quattro parole pronunciate in una delicata intercettazione da Nicole Minetti. Parole che ronzavano moleste nella testa degli italiani senza trovare spiegazione. Ecco. Ora possiamo dichiarare con assoluta certezza che quando Nicole briffò così l'amica: «C'è la zoccola, la sudamericana che non parla l'italiano e vive nelle favelas e poi CI SONO IO CHE FACCIO QUEL CHE FACCIO», quell'enigmatico, impenetrabile, arcano «faccio quel che faccio» non voleva dire «metto il parmigiano sulla pasta tricolore» e nemmeno «Mi strofino così tanto sul palo della lap dance che faccio le scintille come la pietra focaia». No. Voleva semplicemente dire «E poi ci sono io che con lui ho un rapporto di vero amore».  Ohhh. Non so voi, ma io mi sento più leggera, ora che i fatti stanno assumendo contorni più chiari. Prima mi sentivo presa in giro. Fede che mi parlava di balli africani, le ragazze che dicevano di aver cenato e poi aver visto Marzullo, Ghedini che mi descriveva gare di burlesque in salotto e di tuffi nel bidet del bagno padronale. Se non ci fossero state prima Ruby e ora Nicole, con la loro limpidezza e una capillare ricostruzione dei fatti, a raccontarci cosa accadeva ad Arcore e a spiegarci la reale natura del loro rapporto con Berlusconi, non avremmo mai capito nulla. Quindi, per Ruby era compassione e per Nicole amore vero. Del resto, come dargli torto. Le guardi e la prima cosa che pensi guardando Ruby è «Povera ragazza disagiata!» e guardando Nicole «Ecco la perfetta madre dei miei figli».   Ma Nicole non si ferma al «Era vero amore». È un fiume in piena. Ieri ha deciso di vuotare il sacco. Cioè, la Birkin. Aggiunge che con Silvio era una relazione stabile. Che si confrontavano sul suo futuro. E se non è vero amore quando un uomo con cinque figli, due ex mogli e venti procedimenti giudiziari in corso, è profondamente in pena non per il suo futuro, ma per quello di un'ex igienista dentale e valletta di Colorado, allora ditemi voi cos'è.  Ma non ha taciuto neppure sulla forte raccomandazione avuta per entrare in Regione, la Nicole. Che, come sospettavo, non è arrivata da Silvio, ma da don Verzè. «Il presidente Berlusconi mi disse che don Verzè avrebbe avuto piacere ad avere un rappresentante dell'istituto in consiglio regionale e io accettai con gioia e inconsapevolezza». Peccato che don Verzè non sia più in vita perché avrebbe senz'altro avuto il piacere di confermare una verità così cristallina. Così come avrebbero senz'altro voglia di confermare, Franco Califano, che gli raccomandò caldamente Barbara Guerra e Michael Jackson che gli presentò Ruby.  Nicole ha poi spifferato tutto sulla fine della loro relazione e lì, bisogna ammettere che quando ha parlato di «rapporto che una volta finito si è trasformato in una straordinaria amicizia», noi donne abbiamo provato profonda empatia. Io, soprattutto.  Ad esempio, quando penso a quella mitologica intercettazione in cui rammentando i momenti più romantici con Silvio disse a un'amica di cene: «È un vecchio, un pezzo di merda col culo flaccido», realizzo che ho la sua stessa capacità di mantenere rapporti di straordinaria amicizia con tutti i miei ex. Ne parlo con la stessa poesia. Con la stessa struggente nostalgia. Sappiamo poi, dopo la deposizione di ieri, che Nicole non ha mai introdotto nessuno ad Arcore, non organizzava nulla, non gestiva ragazze. Questo Nicole non l'ha potuto spiegare in aula perché come noto è una ragazza pudica, ma anche qui c'entra il vero amore. Lei andava a prendere le bollette delle olgettine perché Silvio si eccita con la lettura dei conguagli. Anche Galliani pare che per convincerlo a tenere Allegri un altro anno,  l'abbia ammansito leggendogli le ultime due cifre del contatore del gas. Infine, Nicole ha squarciato definitivamente anche il velo di balle e omertà sul caso Ruby. «Non sapevo fosse minorenne. Quella sera sono andata in questura per fare del bene e per permettere che la ragazza tornasse a casa sua». In fondo è vero amore anche questo. Per la legge, soprattutto. Perché lasciare lì una ladra, quando puoi chiederne l'affidamento e affidarla poi al primo marciapiede di fronte alla questura? Quante montagne smuove il vero amore. E quanta invidia genera, in chi  il vero amore non l'ha mai provato. «A causa di questa campagna d'odio, devo convivere con la paura», ha ammesso infine Nicole. E anche su questa paura paralizzante, Nicole ha detto la verità. Non si può non leggerle negli occhi, ogni volta che la gente la fissa per strada o al bar, quella maledetta paura. Paura che la gente crudele e carica di pregiudizi, pensi di lei: «Ha la cellulite».  Nel frattempo, Gue Pequeño l'ha mollata. Ha dichiarato: «La Minetti? È bona come tante». Insomma, un altro vero amore.

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