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Ferrara si esalta per il libro che sputtana Alfano, De Bortoli, Grillo

Giuliano Ferrara

La verità di Bisignani piace al direttore del Foglio

Nicoletta Orlandi Posti
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"Luigi Bisignani, l'uomo che sussurra ai potenti, vende in libreria tre, quattro, cinque volte di più dei libri narcisisti e convenzionali di un Matteo Renzi e di un Walter Veltroni". Ma non è solo per questo che Giuliano Ferrara gode. Il direttore, in un articolo pubblicato sul Giornale ("ma censurato con un articolo a capocchia", dice Dagospia), spiega che il libro del "memorialista delle mille p2 p3 p4", è "un concentrato chimico di bonario cinismo, di genuini rancori, di chiacchiere e sfondi da set cinematografico anni Sessanta". Aneddoti e racconti riguardano Andreotti, Berlusconi, Bergoglio. Ma anche Ferruccio De Bortoli ed Eugenio Scalfari, Angelino Alfano e Renato Schifani, Maroni e Verdini. In pratica dopo tante ordinanze, i pettegolezzi anticasta arriva un libro scritto da chi con le mani in pasta nella casta c'è stato:  "un sublime sceneggiatore del potere scambiato -regolarmente per uomo nero e dato in pasto alle patrie galere, ai processi e all'orgia (qui ci vuole) del perbenismo nazionale". Grillo è una manovra tragicomica - Ferrara fa notare che Bisignani nel suo volume, mette in luce con dettagli non smentiti, come il grillismo sia "la solita manovretta tragicomica innescata dai conversarii d'ambasciata e di Cia con l'amiko amerikano". "La stessa puzzonata che fu alle origini delle celebri inchieste sulla corruzione di Milano, inizi anni Novanta, roba da consolato di Milano", puntualizza l'Elefantino. "I poteri veri, ma non sempre capaci di distinguere, scommettono sull'italiano di scorta, e l'italiano di scorta, ieri un Di Pietro che è finito come è finito, oggi un Grillo che sta finendo come sta finendo, rendono loro bassi e riservati servigi". 

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