Caduta Prodi '98, Repubblica: "Fu D'Alema". E lui: "Non è vero, avete tagliato la rettifica"
La vicenda è quella della caduta del governo del Mortadella nel '98. Ceccarelli imputa tutto a Baffino, ma la sua portavoce replica: "Avete stravolto il senso"
Scambio di fendenti tra Massimo D'Alema e La Repubblica. Motivo della contesa, la caduta, nel 1998, del governo guidato da Romano Prodi, che in un articolo apparso sul quotidiano di Largo Forchetti, Filippo Ceccarelli imputa alle trame di D'Alema. Una ricostruzione che però non è andata giù a D'Alema, che ha deciso di rettificare con una lettera inviata a Repubblica dalla sua portavoce Donatella Reggiani. Botta e risposta - La smentita del Lider Maximo, che cita per corroborare la sua tesi cita il libro intervista a D'Alema di Peppino Caldarola, viene pubblicata da Ezio Mauro, con accanto però la controreplica dell'autore dell'articolo, Ceccarelli, che scrive: "Premesso che gli utili testi di Caldarola non sono le Sacre Scritture, mi limito a ricordare questo suo brano del 2009: 'D'Alema è il segretario che s'inventò l'Ulivo e la candidatura di Prodi, che lo affossò e incautamente ne prese il posto. Sull'imprudenza di quel passaggio è lo stesso D'Alema ad aver fatto autocritica nel citato libro intervista: 'Avrei dovuto puntare i piedi per un governo Ciampi che non aprisse il varco a tutta la storia del complotto, ho sottovalutato il logoramento che ci sarebbe stato all'interno del centrosinistrà. La certificazione delle bugie è dunque un'aspirazione piuttosto problematica”. Il giallo della lettera - A questo punto la vicenda si tinge di giallo. La portavoce di D'Alema, a sua volta, replica e accusa il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari di aver tagliato la lettera di rettifica, stravolgendone il significato: "Spiace constatare che la direzione di Repubblica non colga il punto: la lettera che ho inviato ieri nel primo pomeriggio in replica all'articolo di Filippo Ceccarelli - e che adesso ciascuno può leggere liberamente - è stata tagliata per alterarne il senso. Nessuno, infatti, mi ha avvisato di modifiche sul testo che avevo scritto. Oggi è apparsa una lettera che non riconosco, sulla quale è stata apposta la mia firma. Viene il dubbio che sia stata alterata per rendere più agevole la risposta"