Gossip e segreti dei potentiEsaurito in due giorniil libro del capo della P4
Da Alfano a Maroni, dal Cav a De Bortoli: già in ristampa "L'uomo che sussurrava ai potenti" di Luigi Bisignani
Fortunati i lettori che sono riusciti ad accaparrarserlo. Il libro-intervista di Luigi Bisignani e Paolo Madron è ormai introvabile. Uscito due giorni fa, "L'uomo che sussurra ai potenti" è esaurito a Roma come a Milano. Tanto che, a tempo di record, sono partite le ristampe. Nella classifica amazon dei bestseller è il terzo più venduto, subito dopo "Inferno" di Dan Brown (Mondadori) e "Un covo di vipere" di Andrea Camilleri (Sellerio). E straccia le recenti fatiche letterarie di due big della politica: Matteo Renzi, il cui "Oltre la rottamazione" ha venduto in una settimana 7.500 delle 55.000 copie tirate da Mondadori, e Valter Veltroni che con "E se noi domani" si è fermato a 1.850 in due settimane. Quello di Bisignani è un ritratto impietoso dell'Italia dei giorni nostri: ministri, onorevoli e boiardi di Stato fanno la fila nel suo ufficio per chiedergli consigli, disegnare strategie e discutere d'affari. Riconosciuto come il capo indiscusso di un 'network' che condizionerebbe la vita del Paese, Bisignani parla delle operazioni in cui c'è il suo 'zampino'. Dalle nomine dei ministri a quelle in Rai, nei giornali, nelle banche e nell'esercito, la sua influenza si spinge "fino in Vaticano". In questo libro, per la prima volta, il faccendiere decide di raccontarsi attraverso aneddoti ed episodi inediti: da Andreotti e la P2 a Berlusconi e Bergoglio. Lui, che non appare mai in tv, non scrive sui giornali e disdegna la mondanità, offre una testimonianza - da questo punto di vista - unica. Ecco come, a suo avviso, funziona il potere, quello che non ha bisogno di parole e agisce nell'ombra. E come - a quanto pare - funzioni il successo: l'effetto boomerang della grande curiosità suscitata è stigma di un trionfo pubblico senza precedenti. A contribuire al successo del libro, sono state sicuramente anche le anticipazioni di stampa, riguardanti Ferruccio De Bortoli ed Eugenio Scalfari, Angelino Alfano e Renato Schifani. Il bello, c'è da scometetrci, deve però ancora venire...