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Gianfranco Fini ritorna alla CameraIl Ventennio finiano finisce in un libro

Nella primavera '93 l'allora leader del Msi sfidava Rutelli alle comunali romane. Oggi la sua storia politica è chiusa. O no?

Caterina Maniaci
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Che tutto ricominci da un libro? Gianfranco Fini, scomparso da mesi dalla ribalta politica, riapparirà martedì 4 giugno ( alle 17, presso   la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio) quanto verrà presentato il  libro di Paolo Armaroli, Lo strano caso di Fini e il suo doppio   nell'Italia che cambia, editore Mauro Pagliai. Il libro non l'ha scritto lui, appunto, ma parla ampiamente di lui e per discuterne ci sarà un bel parterre, come da prassi bipartisan, con Augusto Barbera, Gianfranco Fini, Anna Finocchiaro,   Andrea Manzella, Gaetano Quagliariello, Renato Schifani, Luciano   Violante. Oltre ovviamente l'autore e  Fulco Lanchester in qualità di moderatore. L'appuntamento sarà trasmesso   in diretta sulla webtv della Camera, garantendo così anche a Fini un ritorno in video . Per via di un  libro, per essere precisi, in cui si dimostra che l'ex presidente della Camera è stato una sorta di dottor Jekyll e mister Hyde, provocando un grave problema politico.  Perché Fini ha sempre sostenuto di poter distinguere nettamente nella sua stessa persona la figura di presidente di assemblea super partes nell'aula di Montecitorio dal leader di partito coperto dalla più ampia libertà di manifestazione. Sulla base di un'accurata analisi di quanto avvenuto nella passata  legislatura, l'autore Armaroli vuole dimostrare  che, effettivamente, da presidente, Fini «nel complesso, sia pure con qualche caduta di stile» è stato corretto, ma non di meno il suo comportamento fuori dall'aula «come uno dei tanti attori politici in circolazione» ha creato conflitti gravi. Chissà come si presenterà Fini, dopo i difficili mesi passati a registrare delusioni e sconfitte. Nelle elezioni di febbraio questi i risultati del «suo» Futuro e Libertà : nessun eletto alla Camera, , due senatori eletti, ma solo grazie alla lista unica di Scelta Civica per Monti. Conseguenza: nessuno scioglimento del partito, azzeramento  di tutte le cariche e l'indizione di una assemblea fondativa. E, pochi giorni fa, Roberto Menia, diventato presidente del movimento fondato da Fini, ha detto definitivamente addio alla tentazione di rifare una nuova An, di pensare ad «una nuova cosa di destra», un superamento di Fli. E così i futuristi - o finiani- hanno dichiarato il loro appoggio a  Gianni Alemanno nel ballottaggio contro Ignazio Marino per la candidatura a sindaco di Roma. Fli e il Pdl di nuovo insieme, quindi.  E del resto, la breve vita  della creatura finiana si è mostrata più che travagliata. Rispecchiando i travagli del padre fondatore.  Ironia della sorte, cadono adesso i vent'anni dalla candidatura di Fini a sindaco di Roma, nel 1993. E da quel fatidico  '93 al 2013, dal risultato dell'allora segretario del Msi che insidiò al ballottaggio Francesco Rutelli e il centrosinistra, alla - difficile - rincorsa di Alemanno su Ignazio Marino, la storia di An e poi di Fli è arrivata al capolinea. I più ottimisti non si rassegnano. Finita una partita, dicono alcuni irriducibili della destra, se ne può cominciare un'altra. Ma Fini la giocherà? 

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