Dario Fo ricorda la moglie: "Franca era la mia dama dell'Ermellino. E' ancora qui"
L'attore rimasto vedovo dopo sessant'anni di matrimonio ricorda la moglie: "Il Nobel lo devo a lei, senza di lei non ci sarei mai arrivato"
Sorridente, con gli immancabili orecchini rosa e gli occhiali tondi. In cima al blog ufficiale di Dario Fo campeggia l'immagine della moglie nel giorno della scomparsa, accompagnata semplicemente dalla didascalia 'Franca Rame 29 maggio 2013'. Sotto l'immagine cominciano a comparire messaggi di affetto rivolti al premio Nobel, che rimane stretto nel riserbo nella sua casa milanese. Guarda le immagini della camera ardente al Piccolo Teatro di Milano nella Gallery "Non se n'è andata. E qui" - Sulle colonne del Messaggero Dario Fo si lascia invece andare ad ricordo pubblico dell'amata compagna che chiude con: "Non posso dire che se n'è andata. E' qui". L'attore racconta di quando Franca lo raggiunse a Stoccolma nel 1997 per il Premio Nobel: "Era arrivata all'ultimo momento perchè stava recitando a Genova con Giorgio Albertazzi il mio ultimo lavoro 'Il diavolo con le zinne'... Per me e per tutti Franca era l'altra metà del premio. Il Nobel lo devo a lei, senza di lei non ci sarei mai arrivato. A Stoccolma mostrai a tutti il ritratto speciale che le avevo fatto qualche settimana prima: l'avevo messo nel book di presentazione come testo del discorso ufficiale. Era Franca ritoccata a pennarello sulla fotocopia della Dama dell'ermellino attribuita a Leonardo. Franca è stata davvero la mia Dama dell'ermellino". "Non posso lasciare Dario" - Anche la Rame aveva affidato a un giornale la sua lettera d'amore a Dario. Il 30 gennaio scorso sul Fatto Quotidiano aveva scritto del suo desiderio di morire, impedito dal fatto che togliersi al vita è "difficilissimo" ma soprattutto dal dolore che avrebbe dato "a Dario". Il suo rimpianto era quello di non lavorare più in teatro, la sua vita: "Sono nata in teatro, a 8 giorni ero già in scena...ho sempre recitato. Da 8 giorni a 81 anni". Nel post ricorda momenti della sua infanzia, scorci di vita con il figlio e le nipoti, una grande festa di compleanno. Poi arriva "una stella sul letto" e a lei confessa: "Sono felice di aiutare Dario che è il MIO TUTTO, curare i testi, prepararli per la stampa, ma mi manca qualcosa... quel qualcosa che non mi fa amare più la vita". Ma non può uccidersi: "Penso a Dario la sera sperduto davanti alla tv...che se ne va a letto senza chiudere nè tapparelle, nè porta. Lo sento che si gira e rigira tra le lenzuola pensandomi...preoccupandosi e...quindi sto qui, accanto a lui. Lo amo tantissimo...ma sono proprio triste...infelice". "Caro Dario - conclude - tutto quanto ho scritto è per dirti che se non torno in teatro muoio di malinconia. Un bacio grande...".